Eriksen, il medico: “Era praticamente morto”. Il c.t. : “Ci ha chiesto lui di giocare ma…”

Il responsabile sanitario della Danimarca: “Ancora nessuna spiegazione al malore”. L’allenatore: “Forse non è stato giusto tornare in campo”

Dal nostro inviato Davide Stoppini

13 giugno – Copenaghen

“Christian se n’era andato, era praticamente morto”. Danno i brividi le parole di Martin Boesen, il responsabile medico della Danimarca, nella conferenza stampa organizzata dalla federazione dopo il malore accusato da Eriksen durante la gara con la Finlandia. “Era in arresto cardiaco. Non so come abbiamo fatto a rimetterlo al mondo, è accaduto tutto in maniera veloce. Io non sono un cardiologo, non posso scendere nei dettagli, per quello ci sono gli specialisti, esperti della materia”.

il quadro

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“Nessuno di noi sa ancora cosa è successo effettivamente a Christian. È per questo che è ancora in ospedale”. Lo stesso Boesen poi aggiunge qualche dettaglio: “Ho parlato con Christian, le sue condizioni restano stabili: è sveglio, risponde in maniera precisa e chiara, il cuore ha ripreso regolarmente. Ora dovrà essere sottoposto ad ulteriori esami, ma i test che sono stati fatti finora vanno bene. Sì, ha avuto un arresto cardiaco, è stata importante la velocità dei soccorsi”.

Vicino a Boesen ci sono il numero uno della federazione, Peter Moller, e il c.t. Kasper Hjulmand. Visibilmente commossi entrambi, la voce quasi si rompe quando raccontano la video chiamata avuta con Eriksen in mattinata: “L’abbiamo visto sorridente – ha detto Moller -. I giocatori hanno parlato con Christian ed è di buon umore. È stato un enorme sollievo per i giocatori, Christian ha fatto una grande impressione su tutta la squadra”. Poi Hjulmand: “Vedere il suo sorriso mi ha riempito di gioia, fa tutta la differenza, significa che posso sedermi qui in conferenza e parlare. E’ stato lui a chiederci: ‘Come state? Io sono pronto per allenarmi, ragazzi’. È un campione, ancora di più come persona, si preoccupa prima degli altri che di se stesso, è il suo modo tipico di fare. Per noi è stato importantissimo parlarci, anche per cancellare le ultime immagini che avevamo di lui. La nostra squadra ha avuto bisogno di un sostegno psicologico, sia ieri sia stamattina. Sono molto orgoglioso dello spirito di squadra che abbiamo mostrato”.

Polemica

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In Danimarca c’è stata molta polemica sulla decisione di far proseguire la partita. Ai giocatori l’Uefa aveva dato due opzioni: proseguire subito oppure rinviare la gara a oggi, ore 12. “È stata una decisione difficile – ha detto il c.t. -. Se mi guardo indietro, penso che avrei potuto fare le cose diversamente, forse non è stato giusto tornare in campo. Mi sento quasi la coscienza sporca per aver visto i miei di nuovo in campo. Ma la verità è che, se fossimo tornati in hotel, nessuno di noi avrebbe dormito. E quindi l’unica cosa che volevamo era farla finita presto con la partita”. E adesso? “Da domani proveremo ad allenarci, proveremo a giocare, a fare del nostro meglio. Ma la cosa più importante è stato veder Christian, la sua faccia, la sua espressione, i suoi occhi”. Come a dire: per il Belgio c’è ancora tempo.

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