È la notte di Asllani: a Monaco novanta minuti per riprendersi l’Inter

Contro il Bayern Inzaghi gli affiderà le chiavi del centrocampo. L’erroraccio di Barcellona è dimenticato, tutti credono nel giovane albanese che stasera ha una grande chance per brillare

Dal nostro inviato Davide Stoppini

1 novembre – MONACO DI BAVIERA

In tre settimane la vita può cambiare. Può complicarsi. O magari pure concederti un’altra opportunità. Ecco: Asllani è in quest’ultima categoria. È la sua notte, questa. La notte per togliersi dalla pelle un errore che ancora gli brucia dentro, il gol del 4-3 fallito al Camp Nou che di fatto ha tolto all’Inter la possibilità di giocarsi anche il primo posto del girone stasera. Da Barcellona a Monaco, da Pedri a Kimmich: solo grandi avversari, solo grandi occasioni, per un ragazzo albanese su cui l’Inter ha scommesso oltre ogni ragionevole dubbio e che sta (anche comprensibilmente) faticando.

DA REGISTA

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Ecco perché un posto speciale della partita di stasera sarà per lui. Inzaghi gli affiderà il centrocampo. Il tecnico aveva lasciato qualche dubbio alla vigilia sulla posizione dell’albanese, che però giocherà da regista nel giorno in cui Calhanoglu riposerà (almeno dall’inizio) e nelle ore in cui anche Brozovic rivede il rientro (con la Juve tornerà tra i convocati). “L’episodio di Barcellona è dimenticato – ha aggiunto su Asllani il tecnico -, si sta allenando bene e mi sta mettendo in difficoltà quotidianamente”. Non c’è persona dentro l’Inter che non scommetta sulle sue qualità: nel gruppo Kristjan è coccolato e stimato, i senatori (D’Ambrosio in maniera particolare) lo stanno aiutando. All’Allianz Arena in cerca di segnali, la missione è questa. In ottica futura, soprattutto. Asllani vuole imporsi nell’Inter. E non sta pensando di lasciare il club, nonostante alcune voci in tal senso relative al mercato di gennaio. Pensieri che non sono nella testa neppure della società, assolutamente convinta di avere in casa un potenziale campione del domani. Prima o dopo però arriverà il momento delle risposte. Il Bayern è una montagna da scalare, certo. Ma può rivelarsi un trampolino per far vedere che diventare grandi è possibile, anche di fronte a chi grande lo è già.

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