Dumfries: “In pochi credevano in me, neanche i miei genitori…”

L’esterno dell’Olanda e dell’Inter Denzel Dumfries in un’intervista a NU.nl ha ripercorso la sua carriera dagli esordi: “In pochi credevano in me, ma io ho sempre pensato che sarei arrivato in Nazionale“.

Dumfries: “Neanche i miei ci credevano”

Poche persone intorno a me credevano in quel sogno. I miei genitori non mi hanno mai spinto. Al contrario. Pensavano che il mio sviluppo come persona fosse più importante, dovevo finire la scuola – ha spiegato l’esterno oranje alla vigilia del match contro l’Argentina -. Così se avessi voluto smettere di giocare a calcio, sarebbe andato tutto bene. A casa ero l’unico a guardare il calcio in TV, inoltre non avevamo canali sportivi. I miei genitori hanno iniziato a guardare le partite solo quando ho iniziato a giocare allo Sparta“.

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Dumfries: “Decisiva la psicologa dello sport”

All’inizio durante una partita potevo essere completamente assente. Poi pensavo, mi guardavo un po’ intorno – ha detto Dumfries, che reputa decisiva la sua psicologa dello sport, Annemieke Zijerveld, per la sua crescita -. Le devo molto, anche se non era previsto che parlassi di lei in questi giorni. È successo e basta, sono vulnerabile come tutti. Forse un giovane ora pensa: lo fa un giocatore dell’Olanda, forse anche uno psicologo dello sport può aiutarmi ulteriormente”.

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