Il Papu Gomez ha tentato di difendersi prima di incassare la squalifica per doping fino al 2025. Secondo Relevo l’argentino ha provato a scaricare la colpa dell’assunzione del farmaco per la tosse che conteneva terbutalina (sostanza vietata dalla Wada) alla moglie, che gli ha consigliato di prendere la medicina che aveva acquistato mesi prima per il figlio. Un cucchiaio e via all’incubo. La difesa del Papu Gomez ha cercato di aggrapparsi all’articolo 10.5 del codice mondiale antidoping che consente di eliminare il periodo di squalifica quando l’atleta dimostra assenza di colpa o negligenza. Nell’ articolo, infatti, si parla di casi in cui “la contaminazione del cibo o delle bevande di un atleta è da parte del suo compagno, del suo allenatore o di qualsiasi altra persona nella cerchia di conoscenze dell’atleta”.
Papu Gomez e il doping confermato
Ma in Spagna non hanno fatto sconti al Papu Gomez, ora tesserato del Monza, perché “in questo caso non si tratta di un alimento o di una bevanda, ma nientemeno che di un medicinale che l’atleta non può consumare senza prima controllare”.