Difesa bunker, mediana creativa e attacco multitasking: l’Inter di Inzaghi vola in ogni reparto

Premesso che anche il discorso sulla fase di non possesso deve essere collettivo e non può riguardare un solo reparto, il rendimento della difesa interista va diviso in due periodi, con la sconfitta in casa della Lazio a fare da spartiacque. Dopo avere incassato 11 reti nelle prime 8 giornate (con un solo clean sheet, alla prima col Genoa), dal k.o. dell’Olimpico ha svoltato l’Inter tutta, ma ha goduto soprattutto Handanovic (media voto Gazzetta 6,25) che è tornato portiere da grande squadra – una sola parata a match, ma decisiva – e negli ultimi undici turni ha raccolto il pallone nella propria porta soltanto contro la Juve (rigore beffa nel finale), il Milan (autogol di De Vrij) e il Napoli (2). All’imbattibilità che dura proprio dal gol di Mertens ha concorso un diverso atteggiamento generale – baricentro leggermente più basso, più attenzione alle marcature preventive -, ma anche il decollo dei singoli. Mentre Skriniar (6,46) è stato un mostro di continuità, lo stesso De Vrij (5,96, unico a non raggiungere la sufficienza, seppur di un soffio) ha limitato alcuni errori di concentrazione, mentre Bastoni (6,34) è tornato quello della scorsa stagione proprio dopo la gionata no con la Lazio: attento in marcatura, dove può comunque migliorare, bravo a impostare e freddo nei momenti chiave malgrado i 22 anni. Ma all’occorrenza hanno dato un contributo decisivo anche il jolly Dimarco (6,46), D’Ambrosio (6,4) e il totem Ranocchia (6,5), granitico nelle decisive sfide contro Napoli e Shakhtar, quando De Vrij era infortunato.

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