De Laurentiis: “Il calcio è vecchio e non funziona. Mancano gli innovatori”

Il presidente del Napoli a Radio 24: “Giochiamo troppo, e sottoponiamo i giocatori a rischi particolari che poi in caso di gravi infortuni possono trasformarsi in pesanti minusvalenze. Qui non si fa mai luce su ciò che è la logica dell’economia”

Per un lungo periodo è rimasto in silenzio. Una scelta contronatura, per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che nell’ultimo sta intensificando le sue innate doti di parlatore e comunicatore. Stavolta il proprietario del club è intervenuto a Radio 24, nella trasmissione “Tutti Convocati”, condotta da Pierluigi Pardo.

Economia

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“Giochiamo troppo, roviniamo troppo i nostri giocatori e li sottoponiamo a rischi particolari che poi in caso di gravi infortuni possono trasformarsi in pesanti minusvalenze. Qui non si fa mai luce su ciò che è la logica dell’economia: a me sta benissimo il merito e lo spirito della sportività, ci mancherebbe altro, perché è ciò che accomuna la passione per lo sport. Però poi dopo bisogna combinare i fattori della produzione con le esigenze di un mercato che è sempre più esigente. Questo calcio è morto, non funziona. E chi non riesce a farlo lievitare perché è lì?”, attacca De Laurentiis.

Vecchio

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“Il calcio è seguito da 28 milioni di tifosi in Italia, immaginate quindi nel mondo. Gli Stati Uniti sono un paese giovane e vanno sempre un passo avanti. Mi fa molto ridere quando mi danno del visionario. Ma poi vedo che tutti gli altri continuano a vivere meschinamente una condizione schiava del passato, fatta di Federcalcio, Leghe, Uefa e compagnia bella. Noi siamo tutti responsabili dell’allontanamento delle giovani generazioni. Il calcio non si è mai rinnovato, è vecchio. Poi col Covid si inventano le interruzioni ogni dieci minuti perché si gioca in estate. Io ho sempre sostenuto il Var per primo e infatti in Italia sta funzionando. In Italia non si fa tesoro delle esperienze del mondo. Se l’Nba e il Football Usa fanno 10 miliardi di incasso all’anno una ragione ci sarà. In Europa invece non ci riusciamo perché siamo ancora alla Champions, all’Europa League e alla Conference League. Ma chi vuole farla la Conference League? E vale anche per l’Europa League. Nessuno vuole rendersene conto”.

Superlega

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“Io ad Agnelli dissi giammai… Lui voleva farla per una élite. Oggi è sbagliato continuare a fare le competizioni europee, è sbagliato che la Uefa incassi 800 milioni che non si sa che fine fanno. Facciamo un campionato europeo e mettiamo 10 miliardi sul tavolo dove le prime sei di un campionato importante o la prima di un campionato minore deve giocare contro tutti, partite secche. Ma questi signori non sanno che sulle piattaforme il tifoso virtuale vuole vedere un calcio interessante. Oggi certe partite, se andiamo a vedere lo share televisivo, non interessano a nessuno. Non a caso in Inghilterra alcune gare non vengono trasmesse” Per finire, i diritti tv. “Cosa pensa del bando? Non deve esserci alcuna legge che mi limita nella vendita dei diritti tv. La Melandri ha distrutto prima il cinema con una legge e poi il calcio”.

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