Dal gol di Perisic al derby di Coppa: Milan, meno di un mese per ribaltare tutto

Sull’1-0 nerazzurro del 5 febbraio in campionato pareva già tutto scritto: ora l’Inter si è smarrita e i rossoneri sono tornati a far pendere la bilancia cittadina dalla loro parte

Era meno di un mese fa, eppure sembra passato un secolo. Il 5 febbraio, dopo 39 minuti di derby, Inter e Milan parevano mondi lontani: aveva appena segnato Perisic, i nerazzurri volavano a +7 sul Diavolo (potenziale +10, vista la gara da recuperare) e davano l’impressione che il bis scudetto fosse solo questione di tempo. Al di là del risultato che stava maturando, la squadra di Inzaghi sembrava superiore in tutto: nel gioco, nella qualità dei singoli, nell’autostima di chi aveva recuperato lo svantaggio sui rivali e li aveva sorpassati di slancio. Ventiquattro giorni più tardi, l’Inter sembra smarrita e il Milan – pur senza fare davvero nulla di eccezionale – è tornato a far pendere dalla propria parte la bilancia della supremazia cittadina. Strano dirlo dopo un triste 0-0 di coppa, con l’Inter che in Serie A sarebbe capolista vincendo il recupero col Bologna, ma è così.

Inter spuntata

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Un po’ c’è lo zampino di Giroud, perché senza quella doppietta nello scontro diretto di febbraio forse staremmo scrivendo un’altra storia. Ma non tutto è spiegabile con l’onda emotiva generata dal derby ribaltato. L’Inter, che avrebbe potuto scaricare la rabbia per quel match nelle gare successive, s’è rifatta solo contro la Roma in Coppa Italia. Poi è letteralmente sparita in attacco e ha mancato l’appuntamento con la vittoria per 5 gare di fila tra campionato e coppe: il gol di Dzeko a Napoli, al 2’ della ripresa, è l’ultimo boato dei tifosi nerazzurri, che da lì in poi non hanno più esultato. Zero gol col Liverpool, zero col Sassuolo, col Genoa e col Milan: 69 tiri consecutivi senza successo. Se non segni mai, non serve un genio per capirlo, prima o poi gli inseguitori tornano sotto. E soprattutto tornano a crederci. Servirà magari una mano dal rientrante Correa, perché Lautaro sta attraversando il momento più opaco della carriera e Sanchez è meno brillante rispetto a inizio anno. Ma occhio a concentrarsi solo sugli stenti degli attaccanti: sta mancando anche l’apporto di Barella e Calhanoglu, centrocampisti che prima aggiungevano gol e assist a getto continuo.

Milan

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Al di là della sbandata col Sassuolo, se non altro la difesa nerazzurra ha ritrovato compattezza. E quella milanista ha perso Romagnoli, il cui guaio muscolare all’adduttore sinistro non sembra un problemino da risolvere in pochi giorni. Il Milan, però, in un certo senso è abituato a fare i conti con l’emergenza. Pioli ha dovuto mettere pezze ovunque, in tutti i reparti, perdendo titolari in serie. E forse è proprio questa la differenza con l’Inter, ora come ora: il Milan cade e si rialza di continuo. A volte s’inceppa, delude come contro la Salernitana o l’Udinese, ma la svolta è sempre dietro l’angolo e dopo una partitaccia può arrivare subito la riscossa. L’Inter, invece, pare metterci più tempo a invertire la rotta, qualcosa s’è spento e fatica a riaccendersi. La bilancia fa in fretta a cambiare senso di oscillazione, in un contesto simile. Chissà da che parte penderà ad aprile, dopo l’ultimo derby della stagione.

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