“Da Van der Vaart a Gavi, il Golden Boy è una storia magica”

I ricordi permangono vividi nella memoria. Come fosse trascorso solo qualche anno e non già un ventennio. Un percorso indelebile che dapprima mi ha portato in alcuni fra i più famosi stadi d’Europa (Amsterdam Arena, Old Trafford, Camp Nou, San Siro, Vicente Calderón, Anfield, Emirates, Etihad, Signal Iduna Park) per premiare a fine anno il vincitore della competizione. Poi anche a Saint-Vincent e Monte-Carlo passando persino per Doha. Questa è la storia, lasciatemi dire magica, del Golden Boy. Un premio nato un pomeriggio d’autunno del 2003 nella redazione di Tuttosport. Un trofeo assurto a una popolarità planetaria col passare del tempo. Il Pallone d’Oro degli Under 21.

Van Der Vaart con Krol

Vent’anni fa m’ero accordato con l’ufficio stampa dell’Ajax per consegnare a Van der Vaart il primo Golden Boy della storia. Mi fecero accomodare su una poltrona di una sala bianca e rossa sotto la gigantografia di Johan Cruyff, la leggenda olandese, curiosamente in tenuta blu (la seconda maglia) dei “lancieri” di Amsterdam. Poco dopo si aprì una porta ed ecco apparire un’altra icona di quell’Ajax e di quell’Olanda: Rudy Krol, il Beckenbauer arancione. Poi arrivò un Van der Vaart dal sorriso compiaciuto a ricevere il trofeo. Votato da 30 giornalisti delle più prestigiose testate europee.

Messi, “click” mondiale

Da quel giorno ne è passata tanta di acqua sotto i ponti e tanta ne passerà ancora. I giurati sono saliti a quota 40 e, proprio dall’anno scorso, a 50. Nel 2004 il premio andò a Rooney che prevalse sul suo nuovo compagno Cristiano Ronaldo: coppia esplosiva del Manchester United. Quindi toccò all’allora 18enne Messi il quale si presentò al Camp Nou posando, con il Golden Boy di Tuttosport, per una storica foto. Al suo fianco Ronaldinho col Fifa World Player Oro ed Eto’o con il Fifa World Player Bronzo. Uno “scatto” che fece il giro del mondo. Il Golden Boy aveva svoltato. Leo vincerà poi 7 Palloni d’Oro ma prima arriverà per due anni consecutivi secondo nel Golden Boy: 2006 e 2007. Un’impresa mostruosa laddove si consideri che i nostri giurati internazionali hanno deciso per convenzione di non rivotare più il detentore del Golden Boy sebbene possegga ancora i requisiti anagrafici per concedere il bis.

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Foto all’aeroporto

Non potrò scordare quando i doganieri, all’aeroporto di Madrid, mi chiesero per normali controlli di aprire l’apposito bauletto contenente il trofeo. Il primo esclamò: «Es el Golden Boy de Agüero». Quell’agente era tifoso dell’Atlético, i suoi colleghi madridisti. Ma poco importava. Vollero fare una foto con il trofeo e col sottoscritto. Grazie a Pato il Golden Boy approdò nel 2009 a Milano per tornare in Italia nel 2013. A trionfare, un altro straniero della Serie A, il primo juventino e primo francese: Pogba. Il “Polpo” ricevette il nostro “award” durante una serata di gala al Centro Congressi del Resort & Casino di Saint-Vincent, in Valle d’Aosta, presentata dall’ex Miss Italia, Cristina Chiabotto. Al 2° posto una giovane promessa dell’Everton: Lukaku.

A casa del principe

Nel 2016 il “rasta” portoghese Renato Sanches fu premiato in una cornice suggestiva: la “Salle d’Or” del Fairmont Hotel (ex Loews) a Monte-Carlo in occasione degli European TV Sport Awards. L’anno dopo per celebrare Mbappé la “location” è stata la “Salle des Etoiles” dello Sporting Club (proprietà del- la famiglia principesca di Monaco). E finalmente dal 2018 il Golden Boy è approdato a Torino, la città di Tuttosport, la sede in cui è nato il premio. Tre anni fa in trionfo Haaland, collegato da Doha dove si stava curando un infortunio presso l’avveniristico “Aspire Center”. Infine la doppietta del Barça con Pedri & Gavi

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