Da Allegri in giù, sarà rivoluzione Juve: rischiano anche Vlahovic e Chiesa

Il tecnico, criticatissimo, dovrebbe restare. Ma senza Champions, sarà un mercato di sacrifici tra mancati rinnovi e cessioni. Ballano Rabiot, Di Maria e i due ex viola

Fabiana Della Valle

20 maggio – Milano

Rivoluzione è un concetto ricorrente nella storia recente della Juventus. Se ne parla all’inizio di ogni estate, e in effetti ci sono stati parecchi cambiamenti nelle ultime stagioni, dai giocatori agli allenatori. Questa volta però la situazione è ben diversa e la sensazione è che la trasformazione sarà molto più profonda, perché dettata dalla necessità. La squadra ieri è ripartita da Siviglia con le tossine della sconfitta ancora in circolo e con tanta incertezza legata al futuro. In casa bianconera c’è la consapevolezza che la Champions, anche se sarà conquistata sul campo, è a forte rischio e anche l’altra Europa non è poi così scontata. Significa meno soldi, oltre che meno visibilità, e questo comporta un inevitabile ridimensionamento. Serviranno sacrifici, anche dolorosi, per far quadrare il bilancio e rendere il prossimo mercato sostenibile, con l’obiettivo di costruire una squadra in linea con le esigenze bilancistiche del club.

Il futuro di Allegri

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In pochi sono sicuri del posto e tra questi pare esserci Massimiliano Allegri, che nonostante la seconda stagione consecutiva senza titoli è blindato da un contratto lungo (fino al 2025) e molto oneroso (7,5 milioni netti all’anno più bonus). Salvo cataclismi Max resterà, a meno che non sia lui a voler andare via per abbracciare un nuovo progetto (per esempio il Psg, che lo aveva cercato pure in passato). La nuova dirigenza è soddisfatta di come abbia gestito il gruppo durante l’emergenza, sebbene restino invece delle perplessità su come abbia preparato e affrontato le due partite più importanti, la semifinale di ritorno di Coppa Italia con l’Inter e quella di Europa League col Siviglia. I dubbi legati all’atteggiamento tattico sono stati evidenziati da Szczesny (il migliore in campo dei bianconeri) nel dopo partita andaluso: il portiere ha parlato di una squadra che si è abbassata troppo dopo il gol del pareggio, aggiungendo con sincerità: “Non abbiamo meritato la vittoria”. Un appunto simile a quello che, con il sorriso sulle labbra, aveva mosso Cuadrado nel prepartita (“Dobbiamo pressare alto, vediamo se il mister ce lo lascerà fare…”).

Max tradito da troppi big

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Tra l’allenatore e una parte del gruppo non pare esserci totale sintonia, che però andrà recuperata se l’idea è quella di ripartire la prossima stagione con la stessa guida tecnica. Non è un mistero che molti bianconeri vorrebbero giocare diversamente, meno arroccati dietro e più offensivi, ed è anche quello di cui si lamentano tanti tifosi. Dall’altra parte Allegri ha avuto parole d’elogio per i giovani ma si è sentito tradito da alcuni “anziani” (come Di Maria e Cuadrado). Soprattutto il Fideo, preso per alzare il livello nelle sfide internazionali, che però ha regalato più ombre che luci ai tifosi in questa prima stagione in bianconero. Anche il suo futuro adesso torna prepotentemente in discussione.

Gli addii

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La Juventus 2023-24 ricomincerà da un mix di giovani e senatori, uno zoccolo duro formato da Perin, Danilo, Bonucci, Gatti, Bremer, De Sciglio, Fagioli, Locatelli, Miretti, Kostic e Iling. Nella lista dei partenti ci sarà di sicuro Paredes, che non ha convinto e non sarà riscattato, quindi tornerà al Psg, oltre a Rabiot e Cuadrado, entrambi a scadenza di contratto: difficile che prolunghino (il primo per volontà propria, il secondo per volere del club) senza Champions, anche perché hanno ingaggi molto pesanti.

I sacrificabili

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Senza Europa (almeno quella che conta) un sacrificio sarà indispensabile e il più spendibile sul mercato è Vlahovic, che piace in Premier League ma non solo. Occhio però anche a Chiesa, altro giocatore che può portare soldi e non è considerato un intoccabile da Max. Tra quelli che potrebbero lasciare ci sono anche Szczesny, Rugani e Kean, Alex Sandro ha appena rinnovato in automatico ma avendo un contratto pesante (6 milioni) se qualcuno si facesse avanti la Juve lo agevolerebbe. Verranno fatte delle valutazioni anche su Milik (in prestito dal Marsiglia: il riscatto non è troppo dispendioso e ad Allegri piace molto, però nella partita più importante gli ha concesso solo pochi minuti nel finale…) e Di Maria.

In bilico

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Quanto al Fideo, 6 milioni per un’altra stagione (sebbene con i benefici del Decreto Crescita) sono un bell’impegno per una squadra che rischia di non avere gli introiti garantiti dalla Champions. Capitolo a parte per Pogba: la Juve è prigioniera del suo contratto (10 milioni all’anno, bonus compresi, per altre 3 stagioni) ma se lui dovesse chiedere di andare via (difficile dopo un’annata passata in infermeria) il club non si opporrebbe. La parola d’ordine della nuova Signora è ricostruire. Stavolta andrà fatto in maniera più capillare, per scelta e anche per necessità.

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