MILANO – L’Inter si avvicina a grandi passi alla sosta di ottobre (all’orizzonte, dopo Salerno, le gare con Benfica e Bologna) e Juan Cuadrado praticamente non l’ha ancora visto. E ora – paradosso tra i paradossi – rischia di perderlo, una volta guarito, perché convocato nella nazionale colombiana di cui è capitano. Dalla quale, a settembre, è tornato sofferente per una fastidiosa tendinite. Pareva un problema di poco conto, ma non lo è, vista l’età del giocatore in questione (36 anni il 26 maggio) e, soprattutto, l’usura data dai tanti chilometri percorsi in carriera.
Appena 62 minuti con Inzaghi
Finora, all’Inter Cuadrado ha fatto parlare di sé più per la scelta estiva di dire sì ai nerazzurri dopo il divorzio dalla Juve, per il colloquio avuto con gli ultrà (che male avevano digerito il suo arrivo) e per le aspettative che riponeva in lui Simone Inzaghi, essendo la sua Inter una squadra strutturalmente allergica ai dribbling. In campo, al contrario, il colombiano ha numeri da comparsa: sessantadue minuti complessivi tutti in agosto: 23 con il Monza, 19 a Cagliari e 20 con la Fiorentina, quando ha regalato pure l’assist per il poker a Lautaro Martinez. Nel mazzo vanno messi pure i 45′ giocati con la Colombia contro il Venezuela l’8 settembre, quando Cuadrado è uscito dopo un tempo. Problema è che da allora non ha più rimesso piede in campo, nonostante a ogni vigilia di partita sembra che possa tornare tra i convocabili. Quasi superfluo sottolineare come Inzaghi avrebbe terribilmente avuto bisogno della sua inventiva e dei suoi dribbling nel finale di partita con il Sassuolo, quando l’Inter ha creato più confusione che occasioni da gol. Lì, come ha spiegato l’allenatore, l’Inter ha perso lucidità e il colombiano – alla luce della sua esperienza e di un curriculum ricco di trofei vinti proprio negli anni in bianconero – è stato scelto proprio per dare questo all’Inter. Il problema è che Cuadrado, finora, i tifosi l’hanno visto (quasi) solo in fotografia.
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