Crisi da pandemia: così crollano i ricavi di Barça, United e Juve

La Football Money League della Deloitte registra cali enormi nel 2019-20 fra i 20 club più ricchi. L’Inter lascia il 20%, il Napoli 31 milioni, il Milan è 30°

Iacopo Iandiorio

26 gennaio – Milano

Che il calcio ai tempi del Covid fosse in sofferenza ormai l’avevamo capito. Ora ce lo spiega anche, dati alla mano, l’annuale Football Money League 2021 della Deloitte, cioè lo studio annuale sui club più ricchi d’Europa per ricavi. I top 20 in classifica non cambiano molto rispetto al passato. Quello che muta, e di tanto, sono gli introiti: con una contrazione di 1,1 miliardi di euro, passando dai 9,3 miliardi di ricavi del 2018-19 agli 8,2 del 2019-20, quasi il 12% in meno in una stagione. Una botta pazzesca per i bilanci dei grandi d’Europa. Minori introiti dovuti a una riduzione di 937 milioni dei proventi dei diritti tv, a causa del differimento delle entrate e degli sconti concessi ai broadcaster; un crollo di 257 milioni (-17%) dei ricavi da stadio, cioè alla mancanza di pubblico e quindi alla vendita dei biglietti; solo in parte compensati da una crescita dei ricavi commerciali di 105 milioni di euro (+3%).

Sul podio

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Il Covid non ha comportato solo l’ovvia assenza dei tifosi dagli stadi, ma anche il rinvio e la cancellazione delle partite (a volte di parti di campionati, come per la Ligue 1 in Francia o l’Eredivisie in Olanda), e gli sconti concessi alle emittenti tv. In media i primi 20 club d’Europa hanno fatturato circa 409 milioni ciascuno, con una flessione di quasi il 12% rispetto a un anno fa. Chiaro che quelli più in cima alla classifica hanno sofferto tagli più corposi. Per esempio i leader, quasi appaiati, sono le big spagnole Barcellona e Real Madrid: ebbene, i blaugrana hanno registrato ricavi per 715,1 milioni, oltre 125 in meno del 2018-19; il Real 714,9 milioni, al ribasso di oltre 42 milioni. Al 3° posto, in salita di un gradino, i campioni d’Europa del Bayern Monaco, ai quali il successo in Champions ha permesso di limitare i danni: ora viaggiano sui 634 mln, perdendo “appena” 26. E scavalcando così il Manchester United, che invece è la società che più ci ha rimesso in questo periodo: una perdita di 130 mln, da 711 a 580. I Red Devils pagano proprio l’assenza dalla Champions 2019-20, oltre agli sconti e ai differimenti degli introiti dai diritti tv.

A Torino si soffre

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Chi deve ringraziare il successo in Premier, non solo dal punto di vista sportivo e dopo un’attesa di 30 anni, è il Liverpool, che è entrato nella top 5 “revenue” per la prima volta dal 2001-02, con un fatturato di 558,6 milioni di euro, anche se in calo di 46. I Reds scavalcano il Manchester City (-61 milioni gli introiti) e il Psg (-95). E dopo Chelsea e Tottenham ecco la Juventus, al 10° posto, di poco sotto i 400 milioni di ricavi, con 62 di perdite, cioè il 13,5 per cento in meno. A Torino però si registra col -36% dei ricavi da matchday, il più grande calo percentuale di incassi da biglietteria tra tutti i club della Money League. Anche gli introiti dei diritti tv registrano una flessione notevole di 41,8 milioni di euro (-20%). I ricavi commerciali dei bianconeri, invece, hanno visto un aumento di 3,3 milioni di euro (+2%), un risultato riconducibile al rinnovo di accordi di sponsorizzazione con il marchio Jeep (esteso fino al 2023-24) e con Adidas (fino al 2026-27). Che ha un po’ attutito la diminuzione di 12 milioni di euro dal merchandising e quella di 9 milioni di euro in altre attività commerciali relative a camp estivi e visite allo stadio e al museo.

Suning tiene, Napoli su

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E le altre italiane? L’Inter dei Suning resta al 14° posto con 291 milioni, e una diminuzione dei ricavi di ben 73 milioni, il 20 per cento tondo tondo. Pesa sui nerazzurri il calo del -37% dei ricavi commerciali, determinato dalla scadenza di una serie di accordi con importanti partner per un valore di circa 45 milioni di euro all’anno. E anche il calo delle entrate commerciali e dei diritti tv che è stata compensata in parte dalla crescita dei ricavi del matchday, con un aumento del +14% a 56,9 milioni, grazie all’attivazione di una polizza assicurativa per l’interruzione dell’attività. Idea più che previdente visti i tempi, non per niente presa da una dirigenza a trazione cinese, dove tutta la pandemia è iniziata. Il Napoli, al 19° posto (era 20°), ha registrato un fatturato di 176,3 mln, rispetto ai 207 precedenti in flessione quasi del 15% (-31 milioni) rispetto al 2019. Gli introiti dei diritti tv, che costituiscono il 72% delle entrate del club, sono diminuiti di 17,7 milioni (-12%). Ciò è dovuto in parte al peggioramento dei risultati sportivi. I ricavi commerciali sono diminuiti di 10,6 milioni, nonostante il rinnovo della partnership con Kappa fino alla fine del 2021-22.

Milan e Roma giù

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Fuori dalla Top 20 il Milan, 30° a quota 148 mln di ricavi per essere stato fori dai tornei europei. Dalla top 20 della Deloitte sono usciti pure Roma e West Ham, i giallorossi in gran parte a causa della mancata qualificazione alla Champions. Al loro posto lo Zenit russo (15°, 236,5 milioni di euro, +56 rispetto a un anno) e l’Eintracht (20°, 174 milioni di euro, solo – 8). I ricavi dello Zenit hanno beneficiato della partecipazione alla Champions, i tedeschi sono stati agevolati dal completamento della Bundesliga. L’impatto del Covid però è stimato in oltre 2 miliardi di perdite entro la fine del 2020-21. La sofferenza non è finita.

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