Cosenza da playoff: si può fare

TORINO – E adesso forse, qualcuno dovrebbe chiedere scusa a patron Guarascio. Mantiene in B il Cosenza dal 2018, pur non disponendo certo di grandi risorse. In questi anni è sempre stato nel mirino, non solo della tifoseria. Ha affrontato e superato situazioni difficili: salvezze rocambolesche e diventate leggendarie perché maturate quasi sempre sul filo di lana, nonostante le stagioni fossero segnate da pesanti contestazioni e pure col San Vito-Marulla spesso lasciato vuoto dalla tifoseria sul sentiero di guerra. Ma il suo Cosenza è sempre lì, sul pezzo. Anzi, quest’anno si sogna perché s’è deciso di alzare l’asticella e ci sono tutti i mezzi per riuscirci. La mossa fondamentale che ha cambiato volto alla stagione è maturata subito dopo la fine della scorsa annata. Ed è stata quella di convincere un nome di grido come quello di Tutino a tornare a Cosenza per rilanciarsi, essere il giocatore che il meglio di sé
aveva dato prima per i rossoblù (promozione dalla C e successiva salvezza) e poi da protagonista nell’ascesa in A della Salernitana nel 2021. Ottenuto Tutino in prestito dal Parma (gli emiliani avevano capito che solo nella “sua” Cosenza l’attaccante poteva rilanciarsi) il suo nome ha fatto da catalizzatore dei successivi acquisti. Tipo Canotto, che ha firmato la storica vittoria di Palermo (unico ko finora rimediato dai siciliani). Per non parlare del ritorno di Marras, altro giocatore fondamentale, dotato di un estro unico, avesse 5 anni di meno sarebbe un pezzo ambito di ogni sessione di mercato. Ma anche la scelta di puntare su Caserta in panchina, s’è rivelata azzeccatissima. Un esempio? Prendete il regista Calò. Nella scorsa stagione faticava ad essere titolare perché era sbarcato a Cosenza dopo stagioni non positive. Ma Caserta è colui che l’aveva fatto esplodere alla Juve Stabia e l’aveva avuto al Benevento: con lui in panchina, dopo parecchio tempo, guarda caso s’è tornato a vedere il miglior Calò. Nel 3-0 ottenuto prima della sosta sul Lecco, doppietta di bomber Forte, uno che fino a qualche mese fa era inimmaginabile potesse indossare la maglia del Cosenza. Caserta ha schierato una squadra sbarazzina, un attacco composto da Marras, Tutino e Mazzocchi (uno che potrebbe essere sul punto di esplodere) alle spalle di Forte: un attacco così pesante e intrigante, forse non ce l’ha nessuno in B. Anche così si spiega la squadra in piena zona playoff, arrivata alla sosta con due vittorie di fila, tre nelle ultime quattro uscite. Cioé il Cosenza, col suo quinto posto, è la prima inseguitrice del quartetto di testa, con gli stessi punti del Como, che però ha un budget non paragonabile a quello dei calabresi. Alla ripresa poi, il Cosenza sarà di scena a Marassi, in casa di un’inguaiatissima Sampdoria. Nella scorsa stagione, quando il Cosenza sbarcò al Ferraris per affrontare il Genoa, rimediò un bruciante 4-0 che però fotografava i valori delle due squadre. Ora invece, si può andare a Genova per chiedere strada a Pirlo, a dimostrazione che questa annata di B non finirà mai di stupire. Ma attenzione. La sosta per le nazionali potrebbe rimescolare le carte, è sempre un’incognita, potrebbe sgonfiare top club ed esaltare le piccole, o viceversa. Intanto però, il Cosenza si presenterà a Marassi con 10 punti più dei blucerchiati: chi l’avrebbe mai detto ad agosto?

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