Coppa d'Africa, il vaccino della responsabilità

La Fifa che vuole il Mondiale ogni due anni, e punta a concentrare l’attività delle nazionali in due finestre, è la stessa che prima riprogramma Camerun ‘22 tra gennaio e inizio febbraio e poi trascura il fatto che anche la meno attrezzata Africa sia alle prese con la quarta ondata? Non posso credere che per Infantino e compagnia contino di più i soldi e i voti della salute di atleti, dirigenti, accompagnatori e tifosi. È certo, tuttavia, che si tratti della stessa Fifa – anche se il vertice è cambiato – inginocchiatasi davanti agli sceicchi del Qatar, permettendo loro di spezzare la stagione ‘22/23 e fermare i tornei per quasi due mesi. I destini del calcio sono nelle mani di chi il calcio non lo ama seriamente, di chi antepone gli interessi particolari a quelli più generali di attori e appassionati.

L’allarme covid è mondiale, l’Inghilterra sta considerando di sospendere la Premier, la Spagna ha notevomente alzato il livello di attenzione, Austria, Francia e Germania segnalano indici preoccupanti, le quarantene (al rientro) si moltiplicano e qualcuno in Svizzera ha davvero intenzione di far disputare la manifestazione tra poco meno di un mese?

La Coppa d’Africa merita rispetto, la salute di più. E allora è necessario che la Fifa si confronti con la Caf per provare a spostare l’evento nel periodo che era stato inizialmente previsto: tra giugno e luglio. Curiosamente, ma non troppo, in queste ore sta circolando un documento degli organizzatori nel quale sono riassunte le indicazioni e le misure di sicurezza da attuare.

Con i voti degli africani si sono goduti la vita Havelange e i suoi prodi quando Joao rappresentava un potere irresistibile, finché non gli resistette il nostro Artemio Franchi – un Draghi ante litteram – che minacciò di organizzare il Mondiale come Uefa, fregandosene degli inciuci della Fifa. Infantino sa tutto, gli indagatori svizzeri scopriranno che studia da anni le giuste mosse del potere che acquisisce giorno dopo giorno. È lui – nel calcio – il Marchese del Grillo. E Ceferin, secondo voi, quanto conta?

A proposito di quest’ultimo, ieri ha chiesto scusa per il clamoroso errore commesso dall’Uefa durante il sorteggio di Champions, sottolineando che l’errore, nell’occasione tecnologico, è pur sempre umano. Il rischio per Infantino e la Caf è quello di commetterne uno “disumano”.

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