Col Napoli in emergenza? Pioli ha da giocarsi la carta Daniel Maldini

Il figlio di Paolo è entrato in campo a Udine col piglio giusto, favorendo il gol di Ibra con una sponda. In un momento in cui trequartisti non brillano, anche a gara in corso può dare un contributo importante

Vedi Udine e combini qualcosa. Se ti chiami Maldini può succedere. Papà Paolo, 36 anni fa, diventò il più giovane esordiente della storia del Milan grazie ai 45’ giocati contro i friulani di Massimo Mauro e Luis Vinicio. Il primo mattoncino di una carriera storica durata più di vent’anni, piazzato nel gennaio del 1985. Liedholm allenatore e Baresi in difesa. Daniel, invece, ha messo lo zampino nel gol di Ibra allo scadere, sponda di testa per la semi rovesciata di rapina dello svedese, in mezzo alla mischia. Se i rossoneri hanno un punto in più è anche grazie al figlio di Paolo, che quest’anno ha giocato 138’ spalmati in 8 partite.

Jolly

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Fin qui ha dimostrato di meritare il Milan. Non è un titolare, non è ancora uno che fa la differenza vera, ma sa già rendersi utile a questo livello. Fantasista, esterno alto, qualche guizzo e un gol decisivo, storico. Contro lo Spezia, a settembre, Daniel ha prolungato la tradizione. Dagli anni ’50 a oggi c’è sempre stato un Maldini che segna in Serie A. Dinastia del pallone come gli Alonso, i Weiss, i Gudjohnsen. Torniamo all’attualità però, perché Daniel può servire di nuovo a Pioli. Come a settembre contro i liguri. L’infermeria del Milan è piena: Rebic, Calabria e Pellegri sono ancora ai box, Kjaer ha finito la stagione, Leao stringe i denti, Giroud rientra dopo un mese. La sfida contro il Napoli di domenica è importante per l’obiettivo scudetto. Maldini può essere un’alternativa a gara in corso, inserendosi tra Diaz e Messias. Il brasiliano resta l’uomo del momento, il più in forma e il più decisivo, mentre lo spagnolo arranca un po’. Non è quello dei primi mesi. Aver contratto il Covid, forse, l’ha condizionato fisicamente. Quindi perché non puntare ancora su Maldini? Magari con l’Empoli prima della sosta, per far rifiatare i trequartisti.

Storia

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Del resto Pioli ci crede: “Daniel ci darà grandi soddisfazioni”. Anche se fin qui ha giocato pochino: 5 minuti contro il Cagliari, un paio con la Juve, 59’ con lo Spezia, 45’ in casa col Verona e gli ultimi 10 a Udine, arrivati dopo 7 panchine di fila in Serie A e qualche piccolo spezzone in Champions (20’ tra Liverpool e Porto, andata e ritorno). C’è stato un tempo in cui Paolo marcava Maradona e si giocava il titolo con il Napoli. Stagione 1989-90, trentuno anni fa, azzurri campioni d’Italia e rossoneri due punti sotto, secondi. I tempi cambiano, ma la storia è ciclica. E oggi c’è un altro Maldini che si gioca lo scudetto.

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