Chiesa ha stregato la Juve: tutti i suoi segreti

TORINO – Meno male che a papà Enrico invidiava la capacità di saper calciare con entrambi i piedi: «Aveva una coordinazione da fenomeno». Così Federico Chiesa la notte del 2 dicembre, dopo la prima rete in maglia Juventus contro la Dynamo Kiev in Champions League a Torino. A vedere quanto il numero 22 ha combinato l’altra sera in casa della capolista Milan, questa differenza non è emersa: la stessa capacità di puntare l’uomo, di partire in velocità a occupare gli spazi e, soprattutto, di colpire il pallone per tramortire l’avversario. Prima l’1-0 di destro, con inserimento in area a chiudere il triangolo sull’invito delizioso di Paulo Dybala, quindi il 2-0 di sinistro, con un movimento e una conclusione che hanno sorpreso Theo Hernandez. E, sullo 0-0, un palo violento, centrato sempre con il destro. È stata la serata, se non della consacrazione, almeno dell’intuizione di una potenzialità. Di quello che potrà fare Chiesa per la Juventus, dopo quello che la Juventus ha fatto per lui. Perché lo stesso giocatore ha riconosciuto quanto questi tre mesi siano stati decisivi per la sua formazione, tecnica e prorossoneri, in cui è arrivata la quinta rete stagionale da aggiungere ai quattro assist: «È la concretezza che mi chiede Pirlo ed è il frutto di quanto imparo in allenamento: guardo come calciano Dybala e Ronaldo e cerco di rubare i loro segreti. Poi qui tutti mi hanno fatto capire, dal presidente ai compagni, che alla Juventus conta soltanto vincere».

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L’approdo a Torino

Un corteggiamento lungo, quello tra il club bianconero e Chiesa. Comincia a metà 2019, quando l’attaccante è uno degli uomini mercato della Fiorentina ancora in mano ai fratelli Della Valle. Il matrimonio sembra cosa fatta, l’avvento di Rocco Commisso nel club viola blocca tutto: il nuovo proprietario non vuole presentarsi come quello che cede i gioielli di famiglia. Chiesa accetta di restare, con qualche mal di pancia evidenziato nella tournée americana, la Juve si adegua. Rintuzza la concorrenza dell’Inter, mette a segno l’affondo quasi un anno e mezzo dopo. Ha in mano il centrocampista lionese Houssem Aouar, ma quando si riapre la possibilità di arrivare a Chiesa (uno volta mollato Douglas Costa al Bayern Monaco), il ds Fabio Paratici non esita. Affare da 40 milioni (divisi in tre pagamenti), più ulteriori bonus di 10 per un prestito che si trasforma in obbligo di riscatto al verificarsi di una di tre condizioni: un piazzamento della Juventus tra le prime quattro, Chiesa in campo per il 60% per almeno mezz’ora oppure un bilancio dell’attaccante di 10 gol e 10 assist. […]

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Cassano: "La Juve continua a essere la più forte"

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