Che cosa c’è dietro l’A22 che non è l’Autobrennero ma la Superlega, subito affondata da Spagna e Germania

Si chiama A22, ma non è l’autostrada del Brennero. Evidentemente, appellare ufficialmente Superlega la società incaricata di resuscitarla deve essere sembrato iettatorio agli stessi promotori, considerato il fallimento di diciotto mesi fa. Così, hanno fatto ricorso alla sigla autostradale aggiungendo la parola Sports, anche se non si capisce se il numero si riferisca al possibile assembramento di partecipanti all’ipotetica competizione. Secondo il tedesco Bernd Reichart, potrebbe vedere la luce nel 2024-2025. Curioso che, nel comunicato ufficiale annunciante la sua nomina ad amministratore delegato di A22, la parola Superlega non sia mai stata citata. Brilla, invece, una meravigliosa supercazzola che farebbe impazzire il mitologico Conte Mascetti- Ugo Tognazzi di ‘Amici miei’: “L’obiettivo è quello di incoraggiare lo sviluppo di un modello di sport sostenibile per le competizioni europee di club che rifletta al meglio gli interessi comuni di lungo termine sia dei fan sia della comunità”. Amen.

E non può non suscitare tenerezza l’intervento sul sito A22 di Joan Laporta, presidente del Barcellona in odore di eliminazione dalla Champions League dopo il 3-3 con l’Inter (“Il Barça in Europa è un disastro”, ha scritto Santi Nolla, direttore del Mundo Deportivo, ricordando come il club abbia messo a bilancio la previsione di una qualificazione ai quarti di Champions e la vittoria della Liga). Con riferimento al progetto iniziale (15 club, sempre gli stessi che si affrontano in un torneo invece a inviti per altre cinque squadre, calpestando la meritocrazia sportiva), Laporta fa dietrofront e scrive: “Per favore, dimentica il formato della Super League e se si tratta di una competizione ricca, elitaria aperta o chiusa. Se c’è il Barça sarà perché è una competizione aperta, con i migliori criteri di professionalità a tutti i livelli, basata sulla meritocrazia e nel totale rispetto delle leghe statali”.

Tuttavia, nemmeno 48 ore dopo la nomina di Reichart, la Bundesliga e la Liga hanno già chiuso l’A22. Ha tagliato corto Oliver Kahn, ad del Bayern: “Il tentativo di creare una Superlega è già fallito un anno e mezzo fa”. Ha rincarato la dose Oliver Mintzlaff (RedBull): “Avevamo già fatto una dichiarazione chiara nell’aprile 2021, respingendo i piani per fondare una Superlega. Da allora, per noi non è cambiato nulla”. Pepe Castro, presidente del Siviglia, ha paventato la possibilità di uno sciopero della Liga, in caso di Superlega. Luis Rubiales, presidente della Federcalcio spagnola (Rfef) è stato lapidario: “La Superlega si posizionerebbe fuori dal sistema. Un sistema che ha dimostrato di funzionare e di avere regole uguali per tutti, anche per i club più modesti”. La verità è semplice: nella forsennata ricerca di nuovi introiti, i club alle prese con pesanti problemi di bilancio puntano a riverniciare il progetto fallito nell’aprile 2021. Adesso si portano avanti con il lavoro, aspettando il verdetto della Corte di Giustizia Europea sulla causa intentata da Juve, Barça e Real contro l’Uefa. In caso di sentenza favorevole ai tre club, i falchi di Nyon sono pronti a buttarli fuori dalla massima organizzazione calcistica europea.


Iscriviti al Fantacampionato del Corriere dello Sport: Mister Calcio CUP

Precedente Salernitana Nicola: "Contento dei recuperi di Fazio e Bohinen" Successivo DIRETTA/ Juventus Cagliari Primavera (risultato 0-0) video streaming tv: si comincia!