Celtic, Glasgow e Asia: perché ci sono tanti giapponesi e coreani in squadra

GLASGOW (Scozia) – Con una rete di Pedro al 95′, la Lazio di Maurizio Sarri riesce a strappare tre punti preziosi dalla delicata trasferta di Glasgow nel secondo turno della fase a giorni della Champions League. Dopo il pari allo scadere con il colpo di testa clamoroso di Provedel contro l’Atletico Madrid, i biancocelesti si ripetono, questa volta con l’incornata del campione spagnolo che all’ultimo respiro raccoglie alla perfezione l’assist di Guendouzi battendo l’incolpevole Hart. Eppure il Celtic aveva disputato una grande partita davanti al proprio pubblico, anzi, nel finale della gara, dopo il nuovo vantaggio firmato Palma e poi annullato dal Var, gli scozzesi avrebbero meritato forse di vincere il match. Un incontro che gli uomini di Rodgers erano riusciti a sbloccare subito con la rete del giapponese Furuhashi, ma che alla fine la formazione capitolina è riuscita a ribaltare con Vecino e il suo numero 9.

Asia, Celtic e Glasgow: la curiosità

La rete del centrocampista nipponico ha aperto un curioso dibattito sul Celtic che nell’undici titolare di ieri ha schierato ben 4 calciatori asiatici con il quinto subentrato a gara in corso. Si, tra le fila degli scozzesi è massiccia la presenza di calciatori del continente asiatico: Kobayashi, Iwata, Furuhashi, Hatate e Maeda di nazionalità giapponese; Hyun-jun Yang, Hyeok-kyu Kwon e Hyeon-gyu Oh dalla Corea del Sud. Come mai così tanta presenza dall’oriente in quel di Glasgow? La risposta è semplice e riguarda la storia del recente passato biancoverde, collegata all’ormai ex (adesso sulla panchina del Tottenham) Ange Postecoglu. Il greco ha allenato gli Yokohama Marinos prima di arrivare in Scozia e una volta alla guida del Celtic ha deciso di puntare sui talenti avvistati nella sua precedente esperienza.

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