Cannavaro: “Ecco perché ho comprato il centro di Soccavo dove si allenava Diego”

Sul nostro settimanale lunga intervista all’ex capitano azzurro. E poi si va alla scoperta della nuova vita di Hernanes e del duo Tamberi-Barshim. E poi…

27 ottobre – MILANO

Fabio Cannavaro, Hernanes, Gianmarco Tamberi e Mutaz Essa Barshim: sono queste le interviste esclusive che troverete su Sportweek di sabato, come sempre in edicola insieme alla Gazzetta al prezzo complessivo di 2,20 euro. 

ricordi

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Cannavaro ha realizzato un sogno rilevando il Centro Paradiso a Soccavo, l’impianto sportivo dove si allenava il Napoli di Maradona e lo stesso futuro Pallone d’oro – ma con le giovanili – che lì andava a spiare El Pibe. Oggi è una struttura fatiscente, come mostra anche il nostro servizio fotografico, ma il Campione del mondo del 2006 ci stava dietro da tempo e se l’è regalato per i suoi 50 anni: “Ne farò una scuola calcio per i ragazzi del quartiere. Hanno rubato ogni cosa, perfino i tombini e i cavi dell’elettricità. È rimasta miracolosamente solo quell’insegna, Società Sportiva Calcio Napoli, a indicare che qui che si allenava Diego: questo dà al luogo un’energia speciale”. E parte con i ricordi: “La prima volta che ho visto Maradona è stato proprio qui: faceva canestro con i piedi. Il mio sogno era far parte di quel Napoli, ma sono passato in prima squadra l’anno dopo che se n’è andato”. Nella lunga intervista Cannavaro racconta una carriera, la sua, carica di successi e per finire fa le carte al campionato: “Se il Napoli capisce quanto è forte resta la squadra più divertente. L’Inter è lì, Thuram mi ricorda il primo Ibra: quando inizierà a segnare di più farà la differenza. Il Milan ha una rosa competitiva. La Juve la metto un po’ indietro”. Parola di uno che in tre di queste squadre ha giocato. 

il profeta

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Hernanes, invece, ha trovato un altro modo per vincere la nostalgia dei suoi anni da calciatore: si è rimesso a giocare. Solo per il piacere di farlo, senza badare alla categoria. Il brasiliano, che in Italia ha giocato nella Lazio, nell’Inter e nella Juve, con cui ha vinto lo scudetto del 2016, si è rimesso a far gol (due nelle prime due partite) e capriole nella squadra di Sale, in prima categoria piemontese. Perché la sua nuova patria è il Monferrato, dove vicino ad Asti ha una tenuta vinicola e un ristorante, Cà del Profeta, che gestisce personalmente insieme alla moglie. E dove è nato tutto. Racconta: “Tra i miei clienti abituali ci sono i dirigenti del Sale. Tra una battuta e l’altra è nata l’idea di giocare per loro e io non ho resistito al richiamo. Giocare a calcio, far gol è un’emozione che non ha uguali. Ed è la stessa cosa se lo fai davanti a migliaia di persone o fra amici. Anzi, senza l’aspetto professionale ho riscoperto il gusto puro di giocare a calcio, ed è una sensazione bellissima”. Lo si capisce perfettamente dall’entusiasmo colto dal nostro fotografo che ha scattato le foto di questa nuova esperienza.

Gimbo-BArshim

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Le altre due sono interviste parallele agli olimpionici del salto in alto, i due grandi amici Tamberi (che nel frattempo ha vinto anche il Mondiale) e Barshim (bronzo). Stesse domande, per l’italiano e il qatariota, e risposte originali, dalla materia preferita a scuola all’idolo da bambino, da cosa porterebbero su un’isola deserta a quando verrà infranto il muro dei 2,50 metri. “Non prima di un paio di generazioni”, dice Tamberi che tra Fosbury e Sotomayor sceglie il primo: “Ha rivoluzionato il nostro sport”. “L’evoluzione tra 20-30 anni porterà a quella quota”, replica Barshim che vota Sotomayor “perché nessuno è volato più in alto”, 2,45 trent’anni fa. 

altro

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Il nostro magazine sabato vi propone anche la storia del calcioscommesse in Italia, tornata purtroppo d’attualità nelle scorse settimane, e quella del Subbuteo, riportato in auge da Antonio Conte al Festival dello Sport dove ha raccontato che usa il calcio da tavolo per spiegare i suoi schemi: sapevate che la nazionale italiana è campione d’Europa? Troverete su Sportweek anche la vela, con un’intervista allo svizzero Alan Roura, lo skipper che si prepara alla terribile Vendée Globe, ovvero il giro del mondo in solitaria senza scalo; e i motori, con la storia sessantennale della Lamborghini. Oltre, naturalmente a tutte le nostre consuete rubriche, dalla moda maschile ai nostri suggerimenti per la pratica sportiva, la buona tavola e il buon vino, lo stile, le moto e le letture.

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