Calvarese: "Quello per il Toro era un rigore solare. Un caso, tanti errori"

Il riepilogo dell’episodio, da Torino-Monza giocata domenica: al 43’ della ripresa Ricci, lanciato da Karamoh, prende il tempo a Rovella che per rimediare inizia a strattonarlo fuori dall’area monzese finendo per stenderlo all’interno della medesima. Zufferli lascia correre, e non cambia opinione dopo essersi confrontato con Abbattista, addetto al Var, e il suo assistente Abisso: «Chi direbbe che quello non è rigore? – si domanda Gianpaolo CalvareseLo chiedessimo a cento addetti ai lavori, non penso troveremmo qualcuno che possa avere un dubbio. Siamo di fronte a un chiaro ed evidente errore: il Var doveva intervenire». Prima di approfondire i temi sviluppati, bene concedere a colui che tra gli ex direttori di gara e ora opinionisti è l’unico con una corposa esperienza da varista l’oblio, in riferimento a trascorsi da arbitro di gare con protagonisti i granata.

Calvarese e il Torino

Molti ricorderanno ad esempio la sospensione in Padova-Torino per problemi di illuminazione all’Euganeo. «La responsabilità di interrompere la gara fu mia, però a respingere il ricorso fu il Giudice Sportivo. Da allora mi sono rimaste le stimmate, ma io con la società granata ho avuto un ottimo rapporto. Stimo il presidente Cairo, i nostri confronti sono sempre stati corretti». Da allora è passata una vita: era il dicembre 2011… L’attualità ci riporta invece all’interno di un campionato nel quale sia il Toro che il Monza non vogliono lasciare nulla di intentato, in ottica europea. La partita tra granata e biancorossi, finita 1-1, è stata condizionata dagli errori di Zufferli, alla terza presenza in Serie A compresa la sfida del Grande Torino.

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Calvarese e il giudizio su Zufferli

Poca l’esperienza dell’arbitro, poca anche quella di Abbattista: «Ha dimostrato di non avere ancora sufficiente esperienza tecnica – prosegue Calvarese -. Vi spiego l’errore attraverso la differenza tra i criteri soggettivi e oggettivi. I contatti bassi sono generalmente oggettivi, mi riferisco ad esempio agli sgambetti, chiamati anche “step on foot”. Quelli alti, come le trattenute che è il caso in esame, sono soggettivi, cioè più interpretabili perché va valutata l’intensità della forza, e non un semplice punto di contatto. Il primo sbaglio è stato di Zufferli: il suo giudizio immediato ha fatto sì che il Var si sentisse scaricato dalla responsabilità, visto che con ampi gesti fa capire a tutti che ha visto e valutato il contatto come non falloso. Poi però entrano in gioco i varisti: quando ero in sala Var provavo a rendere oggettivo un fatto soggettivo. Nello specifico la trattenuta è stata fatta con una o due mani? Con due, e questo rende più probabile l’ipotesi del fallo. Inoltre va considerato il tempo della trattenuta. Questa perdura per qualche secondo, e questo è un altro criterio che rende tendenzialmente oggettivo il fallo. Ultima cosa: la trattenuta inizia fuori area, ma il fallo stesso si concretizza all’interno. E un intervento va sanzionato non quando comincia, bensì fin quando la trattenuta si protrae. Ciò che poi voglio sottolineare è la necessità, per un arbitro, di capire di calcio. In tal senso condanno la mancata lettura della dinamica: Ricci prende il tempo a Rovella mettendosi davanti all’avversario: il centrocampista del Monza, da dietro, non può far altro che frenare la corsa del mediano granata trattenendolo vistosamente».

Calvarese: “Rovella da espellere”

Calvarese aggiunge quindi una valutazione che raddoppia gli errori: «Rovella andava espulso, il fallo è reiterato e Ricci era lanciato a rete. Purtroppo, in questa occasione, non si è lavorato a sufficienza sulle immagini che invece, al netto della svista di Zufferli, avrebbero potuto riparare l’errore. Ho cercato di spiegare da un punto di vista tecnico il perché del no alla concessione del rigore, e voglio precisare un aspetto: non è vero – aggiunge l’ex arbitro – che il Var non sia intervenuto a fronte della decisione assunta dal direttore di gara. Se quest’ultimo valuta in maniera sbagliata, il Var può e deve segnarlo. Semmai l’onere della decisione finale spetta all’arbitro centrale». Già, questa è infatti stata la ragione per la quale è stato introdotto: la tecnologia ha escluso l’errore sul pallone entrato o meno in porta – questo sì un criterio assolutamente oggettivo – e il Var è stato immesso per correggere le sviste evidenti. Quale, appunto, quella che ha tolto un rigore – che poi certo uno tra i granata avrebbe comunque dovuto trasformare – a due minuti dal termine di una gara che potrà rivelarsi dirimente, per l’accesso alla Conference League. Una curiosità: la prima volta che il Torino è stato arbitrato con l’ausilio del Var si era nell’ottobre del 2016. L’arbitro era proprio Calvarese, mentre al Var era stato assegnato – dal project leader mondiale del Var che al tempo era Roberto Rosetti (ora presidente della Commissione Arbitri della Uefa) – Irrati. L’episodio di Toro-Monza rimane, come rimane il fatto che in questo campionato, rispetto ai precedenti, i granata non abbiano avuto altri casi eclatanti né a favore, né contro. L’apporto del Var rimane decisivo, per ridurre l’errore umano: Calvarese ha spiegato, nei dettagli, come utilizzarlo al meglio per far sì che possa essere sempre più funzionale. Zufferli intanto potrebbe essere stoppato dal designatore Rocchi. Poi, almeno temporaneamente, anche per l’arbitro di Udine ci dovrà essere l’oblio.

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