Calcio e sociale, sono tornati gli Insuperabili: “La seconda squadra del cuore di tutti”

La Onlus che da anni promuove l’impegno sul campo da gioco per i ragazzi disabili riparte dalla coppa di campioni d’Italia 2019 e presenta le nuove maglie: “Per molti dei nostri ragazzi l’allenamento rappresenta uno dei pochi momenti di aggregazione”

Nella sede degli Insuperabili di Corso Unione Sovietica spicca il trofeo dei campioni d’Italia datato 2019. Poi c’è stata la pandemia, la sosta forzata di quasi due anni, l’impossibilità per tanti ragazzi meno fortunati di altri di fare ciò che più amano e che gli consente importanti momenti di socialità: correre dietro a un pallone. Da questa Coppa la Onlus che da anni promuove il calcio per ragazzi disabili, intende ripartire, per difendere il titolo ma soprattutto per continuare a lanciare messaggi positivi e a far crescere un movimento che ha ancora ampi margini.

NUOVE DIVISE

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A gennaio riprenderanno le competizioni ufficiali e gli Insuperabili scenderanno in campo con le nuove divise targate Robe di Kappa: una sinergia – agevolata da GG TeamWear, fornitore ufficiale e partner dell’associazione – che durerà quattro anni. La Onlus torinese, che ha in Giorgio Chiellini uno dei suoi sostenitori più attivi, ha 17 sedi e può contare su 650 atleti e 250 coach, una fan base di 35 mila tifosi e il sostegno di 2500 famiglie.

SQUADRA DI TUTTI

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Il fondatore Davide Leonardi è convinto che si possa fare molto di più: “Su 4 milioni di disabili ce ne sono circa 800/900 mila che potrebbero fare spot, però solo il 10% lo pratica. La nostra Onlus vuole lanciare dei messaggi, dall’inclusione alla possibilità di superare i propri limiti. Gli atleti sono i nostri ambasciatori: il calcio è di tutti e noi vogliamo diventare la seconda squadra del cuore dei tifosi di ogni regione e colore. Ecco perché abbiamo scelto l’argento, che ricorda la seconda posizione, per le finiture delle nuove divise. Per molti dei nostri ragazzi l’allenamento rappresenta uno dei pochi momenti di aggregazione. Ecco perché il lockdown è stato duro, i coach li hanno seguiti a distanza ma non è la stessa cosa. Per questo non vediamo l’ora di ripartire. La Figc sta facendo molto, l’obiettivo è arrivare ad avere anche una nostra nazionale”.

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