Brozovic, dall’aereo per Siviglia a perno della squadra: così l’Inter lo ha messo al centro

Nel mercato invernale del 2018 Spalletti ne bloccò la partenza per la Spagna: da quel momento è diventato imprescindibile. Ora i nerazzurri sono al lavoro per prolungare il contratto del centrocampista croato

Il rinnovo di contratto di Marcelo Brozovic sta diventando la priorità in casa Inter. Troppo importante legare il croato ai colori nerazzurri, perché una squadra senza EpicBrozo si fa fatica a ricordare. Più facile rivivere i singoli episodi, come l’applauso polemico verso il pubblico di San Siro: era l’11 febbraio 2018, a Milano c’era il Bologna e l’Inter vinse 2-1 grazie al gol di Karamoh. Brozovic fuori al 58’ al posto di Rafinha, fischi e reazione. Meno di due settimane prima Spalletti aveva bloccato il volo che avrebbe portato il croato a Siviglia: stop, la coperta è corta in mezzo. Per molti, allora, una retromarcia inutile. “Abbiamo già visto tutto, non è da Inter”, il pensiero unanime dei tifosi.

LA SVOLTA

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In effetti Brozovic era stato provato ovunque nel centrocampo interista: Mancini l’aveva utilizzato da mezz’ala e sulla trequarti, Pioli si era spesso affidato al croato e a Kondogbia davanti alla difesa nel 4-2-3-1 (prima dell’arrivo di Gagliardini, nuovo titolare al fianco del francese). Brozo vagava, a seconda delle esigenze. All’apparenza il tuttofare del centrocampo, nella realtà un giocatore che nessuno era riuscito a collocare. Prima dell’intuizione di Luciano Spalletti, che per dare l’assalto al quarto posto si inventò Brozovic regista: ruolo già adottato (al fianco di Gagliardini o Vecino nel 4-2-3-1) ma con responsabilità diverse. Non uno dei due mediani, ma il faro della squadra. Con la complicità di Rafinha e Cancelo: il salto di qualità dei tre fu la chiave per il ritorno in Champions League, concretizzatosi con la vittoria all’Olimpico contro la Lazio.

CENTROCAMPISTA TOTALE

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Una rivoluzione nelle gambe e nella testa. Da anima in pena – costantemente alla ricerca del proprio posto – a colonna della squadra. Tutto partì l’11 marzo, in casa contro il Napoli. Esattamente un mese dopo i fischi del Meazza. Spalletti non lo ha più tolto da lì e si è affidato all’ex Dinamo Zagabria nel suo ultimo anno e mezzo interista, prima che Antonio Conte arrivasse ad Appiano Gentile e si trovò tra le mani un centrocampista fatto e finito. Pronto a spostarsi ancora più nel vivo del gioco, da solo davanti alla difesa con due mezz’ali al suo fianco. Ulteriore evoluzione, con l’aggiunta del lavoro in fase di non possesso che con Spalletti si era visto a tratti. Risultato: regista ma anche interditore. Nelle ultime stagioni, Brozovic è stato il giocatore che ha percorso in media più chilometri a partita in tutta la Serie A. Quest’anno è secondo dietro Antonin Barak. E contemporaneamente è il centrocampista più nel vivo del gioco: primo nel ruolo per passaggi riusciti, nelle due stagioni con Conte ha chiuso secondo rispettivamente dietro Fabian Ruiz e Manuel Locatelli. Ma pesa il minor possesso palla dell’Inter contiana rispetto alle rivali.

SALAME E COCCODRILLO

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Nemmeno chi lo vive quotidianamente riesce a comprendere i segreti di Brozovic. Parola a Dejan Lovren, compagno in nazionale: “Non so come faccia a mangiare così tanto. Quando gli chiedo come può farlo, indica il cielo e dice solo ‘salame, salame’. Se mangiassi come lui, mi servirebbero quattro giorni per riprendermi. Prima delle finali dei Mondiali ha mangiato due chili di salame, due croissant e ha bevuto coca cola. Poi ha corso 15 chilometri senza problemi”. Brozovic è questo e anche così è entrato nel cuore dei tifosi interisti: EpicBrozo, il tatuaggio con la bomba sul collo, l’invenzione del coccodrillo, “Dove sei Bare”. Con Simone Inzaghi si corre più avanti che indietro, si aggredisce verso la porta avversaria piuttosto che coprirsi le spalle. Il rendimento di Brozovic non è calato, anzi forse è salito ancora. Tanto che è l’unico giocatore nerazzurro ad averle giocate tutte dal primo minuto, tra Serie A e Champions League. L’Inter ha il suo centro in Marcelo, in quattro anni – dal famoso gennaio 2018 – diventato la colonna nerazzurra. Ecco perché tutte le forze sono sul rinnovo di contratto: a Milano non possono fare a meno di lui.

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