Bologna, Sartori: “I tifosi sognano Ilicic. Mihajlovic, vero esempio”

Il neo responsabile dell’area tecnica: “Vogliamo tutti una squadra che diverta e sia competitiva…”

Matteo Dalla Vite

1 luglio – Milano

Giovanni Sartori, 65 anni di cui 21 vissuti da diesse del Chievo (portato in Europa) e gli ultimi 8 a Bergamo (3 Champions e una Europa League vissute). Con lui, nuovo responsabile dell’area tecnica, il Bologna vuole finalmente “mordere” la Serie A.

Sartori, Bologna l’ha accolta come fosse… CR7.

“Come GS7 (sorride, ndr)… Mi sono accorto dell’aspettativa alta: mi pesa un po’ più che in passato perché all’Atalanta mi venne chiesto di ripetere lo stesso percorso del Chievo mentre se qui mi viene chiesto di ripercorrere lo stesso tragitto dell’Atalanta, beh, è diverso per ora. Il segreto di Sartori? Ho lo stesso approccio da 29 anni: è tutto fatto di passione, amore, scrupolo, coscienza e responsabilità aumentate perché sono cresciuti i valori economici. Qui mi aiuterà molto Di Vaio e gli osservatori. Le liste di calciatori? Dieci per ruolo. Se sarò molto in giro? Come in principio all’Atalanta starò più con la squadra, poi durante il campionato andrò a vedere altre partite”.

Tre cose che vorrebbe per il Bologna che sta plasmando? “Coincidono con le volontà del presidente Saputo: intanto 52 punti, valorizzazione della rosa, calcio divertente e redditizio”.

Bologna nel destino per tre motivi. Il primo, papà Camillo.

“Era tifoso del Bologna, adorava Pascutti, ogni volta che veniva a giocare a San Siro mi portava a vedere la sua squadra del cuore. Poi: nel 1979 il Milan vinse lo scudetto della stella al Meazza grazie a uno 0-0 coi rossoblù. Anche quel giorno vidi il Bologna… in tribuna: in panchina non ne andavano 12 come oggi, fu scelto Antonelli e io – in rosa nel Milan – andai su. E ancora: mi raccontarono che sarei potuto venire a Bologna, ma Vincenzi arrivò al mio posto. Che attaccante ero? Pochi gol ma molto lavoro per gli altri”.

In tema: Arnautovic resta?

“È il cardine del nostro riavvio, dev’essere il trascinatore del nuovo Bologna, l’uomo in più, il punto di riferimento di tutti”.

I tifosi sognano Ilicic.

“Ilicic piace a tutti: il fatto che io l’abbia portato a Bergamo fa già capire quanto creda in lui. Diciamo che è un’idea per un giocatore che tutti vorrebbero”.

Luca Percassi ha detto che lei potrebbe stupire presto…

“Visto il nostro grande rapporto spero che Luca stupisca me…”.

Tutti vorrebbero rivedere Miha nella sua vita di sempre.

“Tutti. Con Sinisa ci sentiamo due volte al giorno: la forza e i messaggi che trasmette sono di esempio, è sempre positivo, ha voglia di tornare, pensa sempre alla squadra e vuole che sia più competitiva. Io e lui dobbiamo scoprirci ancora e condividere la quotidianità. E lo faremo”.

Lei ha portato Chievo e Atalanta nell’iperspazio. E Bologna?

“Il Bologna di oggi è un po’ più forte dell’Atalanta in cui arrivai. E più giovane. Poi si vedrà…”.

Lykogiannis preso. Ora Lovato e Strand-Larsen?

“Trattiamo più giocatori ma i nomi, come sapete, non li faccio”.

Vendere per acquistare: Hickey e Svanberg? E Orsolini?

“Orso oggi dico che resta. Gli altri mi sembrano i candidati forti ad uscire. Vendere per acquistare è legge uguale per tutti nel calcio di oggi. Poi, di pari passo, avremo da trattare i rinnovi: nel 2024 i giocatori in scadenza sono parecchi e non vogliamo trovarci nelle condizioni in cui è Svanberg”.

E Theate resta?

“Lo vogliamo tenere: sappiamo che può valere molto di più di quanto già abbia mostrato”.

Saputo ha fretta di svoltare?

“I cicli non sono mai nati in 4 mesi: vogliamo quel che vuole lui. Qui c’è grande entusiasmo e materia per fare bene. Intanto partiamo come si deve in Coppa Italia: lì non si deve sbagliare”.

La parola Europa?

“Non va nominata: poi strada facendo vedi come va e ti regoli. L’Atalanta in questi anni ha sfruttato le mancanze altrui, gli spazi vuoti lasciati da alcune grandi. Che oggi sono tornate. Ma sognare si deve. È sano. Coi piedi per terra sì, ma sognare fa bene…”.

Scusi la curiosità: ma il suo soprannome “Cobra” come e quando nasce?

“Da Ivone De Franceschi: diceva che nelle trattative non mollo nulla e porto allo sfinimento tutti. Fino al colpo di grazia”.

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