Allegri-Juve, quale futuro? Palla alla dirigenza e al nuovo ds

Nel momento dell’emergenza extracampo Elkann lo aveva indicato come riferimento dell’area tecnica: adesso a mente fredda arriverà la valutazione sul suo operato e sulla riconferma. Il suo contratto è blindato, ma…

Giovanni Albanese @GiovaAlbanese

19 maggio – Torino

Non sarà dalla sconfitta di Siviglia, costata alla Juve l’eliminazione dall’Europa League in semifinale, che sarà giudicato il lavoro di Max Allegri. Il futuro del tecnico dipenderà da un’attenta analisi che dovrà essere fatta a mente serena, dopo aver smaltito la delusione per l’ultima caduta europea e – altro aspetto non da poco – quando si avranno le idee più chiare sulle possibili sentenze in arrivo tra campionato e coppe. Ai piani alti del club serviranno lucidità e visione, nel prendere decisioni che potrebbero non essere così scontate o del tutto popolari. Nel pieno di un momento storico particolare per la società, entriamo nella fase più delicata della riprogrammazione dell’area tecnica. Che, evidentemente, potrebbe consumarsi non solo con l’arrivo di un nuovo direttore sportivo.

LE PAROLE DI MAX

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Nel post match di Siviglia, Allegri ha protetto la sua squadra e messo in evidenza alcuni aspetti da tenere in considerazione nelle valutazioni: la situazione surreale che si è vissuta da fine novembre in poi, dalle dimissioni del cda presieduto da Andrea Agnelli alla penalizzazione in campionato, parlando di stagione “anomala” dopo averla definitiva “folcloristica”; e poi la poca esperienza europea di buona parte della rosa: nelle sue scelte iniziali c’erano tre giovani cresciuti in casa (Kean 2000, Fagioli 2001 e Iling 2003) ai quali si è poi aggiunto Miretti (2003), ma anche elementi alla loro prima stagione – o quasi – in Europa, come Gatti, Bremer o lo stesso Vlahovic. La percezione sulla rosa è cambiata strada facendo: la metamorfosi è passata soprattutto da aspetti negativi.

SOTTO LA LENTE

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A Siviglia hanno deluso quelli che l’estate scorsa erano stati individuati come capisaldi della squadra per il ritorno al successo: uno su tutti Di Maria, tra i peggiori nella partita più importante di questo finale di stagione e in generale a fasi alterne durante l’anno. Per non parlare di Pogba, il più pagato e più assente di tutti. E ancora Cuadrado, protagonista dell’errore decisivo per aprire agli spagnoli la strada verso la finale di Budapest. Malissimo Chiesa, protagonista di un’annata atipica, tra alti e bassi, per via del lungo recupero post infortunio: suo l’errore grossolano che ha indirizzato il pareggio dopo appena sette minuti dal vantaggio bianconero. I tanti, troppi infortuni nella prima parte della stagione hanno concesso spazio ai giovani: ma i “grandi” c’erano eccome in rosa.

SULLA BILANCIA

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Conti alla mano, i costi di gestione di questa Juventus (per mercato fatto e monte ingaggi) sono quelli di un top club che non può accettare la retrocessione in Europa League dopo i gironi di Champions (con una sola partita vinta) e tenere vive le speranze di centrare la finale della competizione europea meno importante per un pari strappato in pieno recupero nella semifinale d’andata giocata in casa. Diversificare il contesto vissuto dalla programmazione sarà l’esercizio determinante per impostare il futuro: al termine di questa stagione, il club si ritrova in mano un patrimonio importante, auspicabile ma per niente scontato, grazie alla crescita di tanti giovani che hanno dimostrato di essere all’altezza della maglia bianconera. Ma sul piano dell’identità c’è ancora molto da fare.

SCELTA

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Allegri è l’uomo giusto al quale affidare ancora il futuro della Juventus? Qualche mese fa John Elkann lo ha indicato come riferimento dell’area sportiva del club, nello stesso momento in cui ha deciso di riorganizzare un governo tecnico per affrontare le emergenze extra campo. Da uomo di calcio navigato, Max ha fatto da parafulmine sul gruppo e lo ha tenuto unito, talvolta non potendo fare neanche affidamento sulla società. È blindato da un super contratto fino al 2025, ma questo non rappresenterebbe un vero e proprio problema: specie se la società si ritrovasse a fare dei tagli alla rosa per abbattere i costi dei calciatori più pagati, affidandosi a qualche giovane meritevole in più. Si tratta di valutare tra costi e benefici: la conferma del tecnico sarà una scelta, non è una condizione.

FUTURO

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Buona parte della visione sarà condivisa evidentemente col nuovo direttore sportivo. E qui trattasi solo di tempo, ormai poco: Cristiano Giuntoli in questi giorni sta intensificando i contatti per liberarsi dal Napoli, rinunciando a un altro anno di contratto e probabilmente a una serie di bonus già maturati. Per lui, la Juventus è un treno da prendere al volo per coronare il sogno di una vita, dopo aver scalato tutte le categorie fino alla Serie A col Carpi e aver mantenuto per diverse stagioni il Napoli in Champions con i bilanci a posto, fino alla conquista dello scudetto che mancava da 33 anni. È lui il regista prescelto dal club per la nuova sceneggiatura bianconera, che presto dovrà rimettere sotto i riflettori il successo che ha da sempre contraddistinto la storia juventina.

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