Adesso la Fiorentina sa cosa fare

Sono cinque e questa con la Salernitana era annunciata alla vigilia come la vittoria più difficile da conquistare. Così è stato. Cinque successi di fila hanno un significato forte, ma questo ne ha ancora di più. Perché rispetto a Spezia e Samp in Serie A e Riga in Conference League, la Salernitana era davanti alla Fiorentina in classifica (come il Basaksehir in coppa) e c’era per meriti certi. Da ieri è dietro. Cinque vittorie una dietro l’altra e le ultime quattro portano un dato significativo: la Fiorentina ha cominciato a spingerle dalla sua parte con un gol nel primo quarto d’ora, segno che la squadra ha chiaro in testa cosa fare fin dall’inizio, è come se la sua partita inizi negli spogliatoi o durante il riscaldamento. Ma non è solo questo il senso del cambiamento, non sta tutto qui il suo rilancio. La Fiorentina ha ripreso a giocare bene, in certi momenti, soprattutto nel primo tempo, ci sembrava la Fiorentina della stagione scorsa, piena di gioco, di idee, di voglia e col solito, incredibile difetto (del girone di ritorno, quello post-Vlahovic): segna troppo poco rispetto a quanto produce. Sedici tiri verso la porta a quattro, sette nello specchio, almeno quattro nitide palle-gol divorate. Però stavolta anche sotto questo aspetto qualcosa è cambiato. Cabral ha giocato inutilmente 77 minuti, poi è entrato Jovic e ha segnato il gol del 2-1. Un gol da centravanti vero con un assist magnifico di Saponara. Potrebbe essere anche questa una svolta. Sotto gli occhi di un ex amato come Ribery, i fiorentini si sono divertiti perché hanno rivisto la squadra che non molla. Voleva questa vittoria e se l’è presa. Anche quando, grazie ai cambi di Nicola, la Salernitana ha pareggiato, la Fiorentina non si è disunita, seppure con meno energie ha ripreso a spingere con lucidità, con tecnica, con padronanza ed ha raggiunto con merito il suo quinto successo consecutivo. Per i viola è un peccato che il campionato si interrompa domenica a San Siro contro il Milan, stavano bene e chissà come torneranno a gennaio. In ogni caso, se Pioli ha visto la partita della sua vecchia squadra (e l’ha vista di sicuro…) avrà qualcosa di cui preoccuparsi.

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