Leone Depay, talento e tatuaggi: l’Europeo sulla strada verso Barcellona

Se si fosse giocato l’anno scorso, Depay avrebbe saltato l’evento per un brutto infortunio al ginocchio: trequartista e rigorista, l’ultima stagione col Lione lo ha lanciato nell’Olimpo

Sul suo corpo c’è spazio per l’ennesimo tatuaggio, magari dopo l’estate. “Campioni d’Europa”. Chissà, di sicuro è un obiettivo. Depay è un tipo ambizioso, cresta alta e talento nei piedi, stella dell’Olanda di de Boer. Numero 10, rigorista, le big in lizza (Barça in pole). È al suo primo Europeo in carriera.

CHI È

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Sulla pelle c’è scritta la sua storia. Depay è così, 50 tatuaggi e altrettanti significati. Un leone sulla schiena, il Cristo Redentore sul costato, croci e fiori sulle braccia, un angioletto sulla coscia e decine di frasi. Sul petto c’è scritto “Dream Chaser”, cacciatore di sogni: “Sono cresciuto in una giungla”. Infanzia difficile, padre assente, ricordi taglienti di cui è meglio non parlare: “Non voglio descrivere ciò che accadeva in famiglia, era sopravvivenza”. Il talento l’ha portato via da casa, e per fortuna. Punta completa ed estrosa, dribblomane, dopo 50 gol nel Psv lo prende lo United (2015). Memphis, con personalità, sceglie la 7 dei campionissimi. Best, Cantona, Beckham. Niente, non va, un solo anno e solo 7 gol. Il Lione gli ha cambiato la carriera: quest’anno ha sfornato 12 assist e segnato 22 gol (così tanti solo al Psv nel 2014-15, 28). L’hanno cercato tutte le big, ma ormai sembra a un passo dal Barcellona. A 27 anni è il momento giusto.

PERCHé PRENDERLO

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Depay è la stella dell’Olanda, 26 gol in 64 partite, 5 guizzi nelle ultime 4. Attaccante a tutto campo: segna e sforna assist (55 in 5 anni a Lione). Girone abbordabile con Austria, Finlandia e Ucraina, catalizzatore di ogni azione offensiva. Listato trequartista/attaccante, costa 32 milioni. Curiosità: se l’Europeo si fosse giocato l’anno scorso, Depay avrebbe saltato l’evento per un brutto infortunio al ginocchio. Ora ha recuperato alla grande. Consigliatissimo.

PERCHé NON PRENDERLO

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L’unico “no” si rifà all’Olanda stessa. Diversi infortuni (van Dijk, Van de Beek), un ciclo ombroso, qualche sconfitta pesante (i 5 gol dalla Turchia) e l’incognita modulo. Pare che de Boer voglia far giocare i suoi con il 3-5-2. Il rischio che la nazionale stecchi l’Europeo ci sta, ma resta difficile.

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