Niente Donnarumma? Ora per il Milan micro-tesoretto, vantaggi veri a lungo termine

Passare da Gigio a Maignan significa risparmiare qualcosa già nella stagione 2021-22: soldi per il mercato e per provare a tenere Tomori e Diaz. Ma il “plus” sarà su monte ingaggi e sostenibilità di gestione

Via Donnarumma e quindi stop spese pazze in virtù del risparmio sul suo contratto? Non funziona proprio così, e il Milan lo sa bene. È vero, evitare di impegnarsi sulle cifre chieste da Mino Raiola per il rinnovo di Gigio consente maggiori margini di manovra al club sul parco giocatori, ma il discorso è più ampio e deve tenere conto di molteplici fattori. Il concetto è questo, in sintesi: sostituire il portiere della Nazionale con Maignan comporta un micro-tesoretto immediato di qualche milione che potrà essere utilizzato già in questa sessione di mercato, ma il vero “plus” è sulla sostenibilità della gestione economica a lungo termine. Monte ingaggi significativamente più basso e puntualità nel pagamento degli stipendi – specialità in cui la proprietà Elliott eccelle – sono un’ottima base per pianificare un futuro solido.

Gigio e Mike

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Addentriamoci nei calcoli dell’operazione Maignan-Donnarumma, per dare una dimensione di ciò che accade ai conti rossoneri. Quantificare con esattezza il risparmio del Milan è un esercizio impossibile, perché non è dato sapere a quale cifra la dirigenza e Raiola avrebbero chiuso la trattativa. Consideriamo i due scenari che non si sono verificati: Gigio si “accontenta” di 8 milioni netti e il club ne stanzia dunque 14,5 a stagione; Raiola vince tutto, strappa i 12 netti che voleva e il Milan deve accantonarne quasi 22 già dall’annata 2021-22.

Veniamo a “Magic Mike” Maignan: quanto è impegnativa l’operazione per la sua nuova squadra? Ragioniamo tenendo conto dei benefici fiscali del “Decreto crescita” (il francese ha i requisiti per aderirvi) e quantifichiamo allora in circa 4,5 milioni il suo stipendio lordo, partendo dai 3 netti che ha pattuito. Aggiungiamo la cifra che ogni anno il club stanzia per pagare i 13 milioni al Lilla (l’ammortamento si calcola sulla durata quinquennale del contratto, ma in genere le società onorano l’impegno in 2 o 3 tranche annuali). A seconda della formula scelta dal Milan per l’acquisto, quindi, Maignan costerà al Diavolo 9 o 11 milioni l’anno. Il conto, a questo punto, è piuttosto semplice da concludere: i rossoneri, in questa operazione, a seconda degli scenari descritti risparmiano da un minimo di 3,5 milioni all’anno a un massimo di una decina.

Le mosse

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Tanto? No, se ragioniamo nell’immediato. È un micro-tesoretto che può essere utilizzato sui vari tavoli in cui la dirigenza di via Aldo Rossi sta giocando: i 28 milioni che servono per riscattare Tomori dal Chelsea, la somma che si proverà a concordare col Real Madrid per riavere Brahim Diaz in forma definitiva o temporanea, altre mosse di mercato che portino al tesseramento di nuovi giocatori. C’è da rafforzare la rosa in vista della Champions League e va fatto nelle prossime settimane. In queste valutazioni, però, nonostante la portata esigua del risparmio a breve termine, l’affare Gigio-Maignan incide. Perché dare un’altra sforbiciata al monte ingaggi, già in discesa nell’ultimo anno, offre respiro ai bilanci in tempi di pandemia e consente rischi calcolati. Il prossimo maxi-contratto a esaurirsi sarà quello di Zlatan Ibrahimovic (7 milioni netti a scalare, in caso di mancato raggiungimento di certi obiettivi prestabiliti). E dietro i “raioliani” ci sono solo stipendi non pazzeschi (Rebic il più alto con 3,5 netti), figli di una rosa mediamente giovane. È anche così che la linea verde varata dal club dà i suoi risultati. E consente al Milan di concentrarsi sulle altre due partite da vincere per tornare nell’elite del calcio mondiale: campo – lì ci deve pensare Stefano Pioli – e aumento dei ricavi.

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