Choutos si racconta: “Io, l’Italia a 13 anni, il fattore Zlatan e… Tifo ancora Inter”

Se sei un giovane attaccante e ti ritrovi a giocare con gente come Adriano, Ibrahimovic e Crespo, non è certo facile guadagnarsi spazio. Se poi a questo si aggiunge un’operazione andata male e diversi infortuni, la storia diventa assai complicata. Il curriculum di Lampros Choutos però è ugualmente di tutto rispetto: cresciuto nel Panathinaikos prima e nella Roma poi, si mette ben presto in mostra fra le fila dell’Olimpiakos, dove vince ben 4 campionati.

A 25 anni arriva la chiamata dell’Inter, dove però fra la folta concorrenza e dei prestiti poco fortunati, non riesce a mettersi in mostra come vorrebbe. In nerazzurro “vede” il primo scudetto del post-calciopoli, essendo nella rosa che conquista il tricolore nel 2006/07. Al termine della stagione, torna in Grecia dove milita nel Panionions prima e nel PAOK Salonicco poi, prima di chiudere la carriera a soli 31 anni al Valle del Giovenco nell’ex Lega Pro.

La redazione di Passione Inter lo ha contattato per un’intervista, per parlare del suo passato in Italia e del suo futuro, che sarà ancora nel mondo del calcio.

Lampros, come stai, di cosa ti occupi oggi?

“Sto bene, grazie. Da qualche anno ormai mi occupo di rappresentare giocatori di calcio, e mi sono specializzato principalmente del mercato greco”.

Com’è cambiata la tua vita dopo la chiamata della Roma, nel 1995?

“Beh diciamo che sono arrivato a Roma da bambino, avevo soltanto 13 anni quando i giallorossi mi chiamarono a giocare in Italia. Con loro mi sono formato, sia come uomo e come calciatore”.

Dopo grandi stagioni all’Olympiakos, il passaggio all’Inter. 

“Con l’Olympiakos abbiamo vinto ben 4 scudetti, sono state stagioni esaltanti dove ho dato il mio contributo. Poi sono arrivato al Inter trovando mister  Mancini. Una bella esperienza, visto che in quegli anni in nerazzurro c’erano i giocatori più forti del mondo”. 

Adriano, Ibrahimovic, Recoba, Cruz e Crespo: chi era il più forte dei tuoi compagni d’attacco?

“Tutti avevano dei talenti davvero unici e caratteristiche diverse fra di loro. Se devo scegliere però, quello più completo di tutti era Zlatan”.

Per voi attaccanti cosa voleva dire allenarsi contro difensori del calibro di Samuel e Materazzi? Era… pericoloso?

“No dai, invece per noi era un grande vantaggio allenarsi con difensori così forti, perché sicuramente confrontarsi con giocatori del genere faceva crescere e migliorare molto anche noi”.

Lampros Choutos, Getty Images

Con chi ti sentivi più legato di quel gruppo?

“Eravamo davvero un bel gruppo. Fra i tanti, quelli con cui ho legato di più e con i quali uscivo maggiormente erano Ibra, Recoba, Dacourt, Vieira e Maxwell, con i quali abbiamo condiviso tanti bei momenti”.

Segui ancora l’Inter come tifoso?

“Certo, seguirò sempre l’Inter come tifoso!”.

Ti diverti, oggi, a rappresentare ancora l’Inter con Inter Forever?

“Assolutamente sì. Aggiungo che rappresentare l’Inter al fianco di grandi ex campioni è un grande onore ed un piacere, ogni volta che ne faccio parte”.

Dalla Grecia l’Inter ha comprato di recente il giovane Vagiannidis. Cosa ne pensi di lui?

“L’ho visto giocare con la primavera del Panathinaikos e subito mi sono piaciute le sue qualità. Aspetto di vedere che impatto avrà anche nel calcio dei grandi per giudicarlo per davvero”.

La redazione di Passione Inter ringrazia Lampros Choutos per la disponibilità.

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