Toro, come si fa a non dare un rigore così? Se succedesse a qualcun altro…

TORINO – L’’alfabeto al contrario, dalla zeta alla a. Da Zufferli, l’arbitro, al varista Abbattista, con al fianco Abisso: nomen omen per tutti (e non osiamo pensare a quale gogna per codesto trio, se il baratro avesse inghiottito una big). Hanno devastato il buon senso e il senso della giustizia: dal fischietto friulano, alla terza partita in A, ai due controllori che non controllano come due provveditori che non provvedono. Sino all’abisso collettivo, per l’appunto, dell’88’. «Sono scioccato», avrebbe detto Juric a fine partita. Scioccati tutti: in campo, sugli spalti, davanti alla tv. «Nessun rigore», aveva urlato ripetutamente Zufferli in presa diretta, quando Ricci, lanciato a rete da Karamoh, veniva strattonato già sul limite da Rovella, sino alla vera concretizzazione del fallo (la trattenuta decisiva) all’interno dell’area: ed è questo il focus su cui ci si deve concentrare. «Non è rigore», ha continuato a ripetere Zufferli ai granata che protestavano, mentre tutta la panchina del Toro inveiva in piedi. Ammonizione a Karamoh per proteste. Prosieguo: check dei varisti, una buona volta. O almeno così si pensava. Lunga attesa, solito capannello sul prato, quindi Abbatista e Abisso (con comunicazioni continue a Zufferli) gli dicevano che sì, poteva anche non assegnare il penalty al Toro. Tutto lo stadio vomitava fiele, tranne ovviamente lo spicchio di tifosi del Monza. Nessun rigore e neanche una visione diretta da parte dell’arbitro delle immagini. L’alfabeto al contrario di questa partita, giust’appunto.

Torino-Monza, le pagelle: Ilic un maestro, Vojvoda risale, Milinkovic attento

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