Moncada: “In Francia i giovani non hanno paura, in Italia sì. E su Maignan…”

Il capo scout del Milan all’Equipe: “Se un ragazzo francese sbaglia, non ha importanza, se un italiano commette un errore si dirà che non è pronto e finirà per un bel po’ in panchina”

Hanno tra i 16 e i 20 anni, ma tutti o quasi sono titolari in Ligue 1. E’ la nuova generazione di talenti francesi che si sta facendo spazio ai massimi livelli, garantendo buone prospettive anche alla nazionale. Adolescenti o giù di lì, come il sedicenne Zaire-Emery del Psg o il ventenne Wahi del Montpellier, che, ispirandosi magari alla maturità di Mbappé, non temono nulla, come sottolinea anche Geoffrey Moncada, capo dell’area scout del Milan, intervistato dal quotidiano l’Equipe, e molto attento al mercato francese.

Politiche

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Un mercato in piena espansione. Anche più di quello brasiliano, “più costoso e che implica comunque problematiche di adattamento per i giocatori”, precisa Moncada. Negli ultimi cinque anni, la presenza di giocatori francesi è aumentata del 27% nei vari campionati, rispetto al 5% dei brasiliani. Insomma, si è instaurata una sorta di egemonia dovuta alle politiche federali che hanno strutturato capillarmente la formazione, con staff competenti, impiego sistematico di analisi di data e Gps, oltre che di psicologi, a volte anche per i tredicenni, e soprattutto la possibilità concreta di giocare rapidamente in prima squadra.

Generazioni

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“Non è normale – sottolinea nel senso positivo del termine, Moncada – vedere titolari dei 18enni in una partita di Ligue 1. Il mercato francese è mostruoso, in ogni club e per ogni generazione ci sono giocatori interessanti”. I nomi più in vista sono quelli di Wahi, (20 anni appena compiuti, attaccante del Montpellier), Lukeba (20, centrale, titolare a Lione), Gusto (19, difensore del Lione), Doukouré (19, difensore dello Strasburgo), Odobert (18, Troyes), Bitshiabu (17, difensore del Psg), Doué (17, esterno del Rennes), Zaire-Emery (16, trequartista Psg). Senza dimenticare i vari Cherky (19, Lione), Ben Seghir (17, Monaco), Yoro, (difensore del Lilla di 17 anni), o quelli che si stanno già facendo un nome all’estero, come Camavinga al Real Madrid o Tel al Bayern Monaco.

Paure

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Mbappé, ormai 24enne, ma già campione del mondo, ha aperto la strada, dando l’esempio anche in termini di immagine e di maturità nella gestione della carriera: “In generale – continua Moncada – i giovani francesi non hanno paura perché se sbagliano non ha importanza. Non è così in Spagna, Germania o Italia. Un italiano se commette un errore si dirà che non è pronto e finirà per un bel po’ in panchina. Non succede in Francia”. Dove poi c’è anche un mercato che ruota non sui 28-30enni, ma proprio sui giovani, che hanno molto più margine di progressione ma anche di valore economico. Un motivo in più per puntare sui nuovi talenti e sulla formazione. E, anche se il giocatore in questione non è più un ragazzino, il concetto della pressione torna anche quando Moncada fa l’esempio di Maignan: “Quando parlo con Mike lui non ha nessuna pressione, gioca e basta. Può essere la nostra mentalità”.

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