Zappacosta e il Covid al Genoa: “Impossibile fermarlo, poteva capitare a tutti”

Il terzino ha raccontato a L’Equipe i casi di positività nella squadra: “E’ iniziato tutto con Perin, ma sarebbe potuto capire ovunque. Dobbiamo riflettere e trovare soluzioni”

In principio è stato, involontariamente, Perin. E poi tutto è finito fuori controllo. Questa la genesi del Covid-19 nello spogliatoio del Genoa, prima squadra a finire in confinamento in questa stagione. Lo racconta all’Equipe Davide Zappacosta che avverte: “Sarebbe potuto accadere in qualsiasi club, i rischi sono alti, bisogna riflettere e trovare soluzioni”.

Conferma

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“E’ cominciato con Mattia Perin – racconta il terzino al quotidiano sportivo, reduce da qualche giorno di febbre alta ma che ormai si sente bene -, il giorno prima di avere sintomi era negativo. Poi non appena è stato trovato positivo è finito in isolamento. Il problema è che il giorno in cui il tampone era positivo, era già contagioso e aveva contaminato già qualcuno in spogliatoio. E da lì è iniziato tutto. Ma i tamponi successivi fatti agli altri giocatori erano negativi, anche se molti di noi eravamo già contagiati, me incluso. Ma non avevamo scelta, dovevamo comunque andare a Napoli visto che la partita era stata confermata”.

Carica

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Dopo la batosta di Napoli (6-0), sono emersi 14 positivi: “La preparazione della partita è stata complicata. Abbiamo fatto i tamponi all’una di notte, preso l’aereo il giorno della partita, dopo aver dormito poco e male. Io non mi sentivo bene, non avevo la febbre ma non stavo bene. E poi la partita è stata difficile anche perché il Napoli in più è forte”. Ma il Covid-19, sottolinea Zappacosta, non lo puoi controllare: “Facevamo test ogni tre giorni e un prelievo sierologico a settimana. Il problema è che il lunedì puoi essere negativo, fai il test martedì, giovedì ti scoprono positivo e nel frattempo hai passato due giorni in spogliatoio, magari da asintomatico. E i tamponi non sono così precisi. Poteva capitare in qualsiasi squadra, come con Ibrahimovic al Milan che però non ha contaminato nessuno, magari la carica virale di Perin era solo più forte”.

Soluzioni

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Anche per questo il genoano pensa che si debba continuare a giocare, ma anche che “il rischio è alto e bisogna riflettere un po’. La gente pensa che dobbiamo rimanere chiusi in ritiro, ma abbiamo anche noi delle famiglie e dei bambini piccoli. Non possiamo vivere barricati. Se il rischio è alto vanno trovate soluzioni, visto che alla fine il virus lo puoi prendere ovunque, anche semplicemente andando a fare benzina”.

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