Zaniolo, Skriniar e gli altri: perché per i club l’ideale è un (buon) piano B

Rinnovi difficili per molti big (e per motivazioni diverse). Ma i club sbagliano a intestardirsi in operazioni senza sbocco. Meglio seguire l’esempio del Napoli, che ha sostituito al meglio (e per tempo) colonne come Insigne e Koulibaly

Mercato aperto, calciatori in scadenza (o quasi) di contratto e tante occasioni sul mercato. Ma anche tante spine o almeno motivi di profonda riflessione per parecchi club. L’Inter è dalla scorsa estate alle prese con il caso-Skriniar, una trattativa sempre sul filo di una possibile cessione. La Juve si interroga su Rabiot, fresco finalista del Mondiale: ma quanto ci si può spingere per un rinnovo molto, molto, costoso?

La Roma è in fibrillazione per i mal di pancia di Zaniolo che ora spinge per la sua cessione. E la Lazio, in maniera meno traumatica e più sotto traccia, è comunque impegnata nella questione Milinkovic Savic, che a un anno e mezzo dalla scadenza di contratto sta agitando il club. Perché si passa da un possibile (ma difficilissimo) allungamento del contratto alla possibilità di far scendere ulteriormente il valore, con il pericolo – addirittura – di arrivare a perderlo a parametro zero se le condizioni di Lotito non fossero destinate ad essere riviste. Insomma, un po’ tutti sono lì, aggrappati a calciatori da copertina, nel tentativo di arrivare magari a una firma o molto perplessi nel dare il via libera.

Anche se ci sono motivazioni, da parte dei giocatori, che spingono a soluzioni diverse. Perché c’è chi è affascinato da ingaggi e guadagni nettamente superiori che possono garantire club esteri. Perché c’è chi è attratto dall’ambizione di misurarsi in realtà diverse, dove lottare per vincere la Champions è un’abitudine. C’è chi non si trova più a suo agio per questioni anche tecniche ed è convinto di potersi valorizzare altrove. Insomma, di fronte a motivazioni così diverse c’è la concreta possibilità che una trattativa si trasformi in un inutile e dispendioso braccio di ferro.

E allora, che fare? La sensazione personale è che spesso le società finiscano per immergersi, intestardirsi, in operazioni quasi senza sbocchi, che fanno perdere soldi e tempo. Invece di guardarsi intorno e porsi la domanda più scontata: ma io come posso sostituire questo o quel giocatore, giocando d’anticipo e studiando la soluzione migliore? Già, perché ill calcio è fatto di storie che sono a lì a testimoniare quanto sia importante – più ancora della perseveranza nell’insistere su certo obiettivi – la lungimiranza nel saper guardare oltre. Oltre, per fare un esempio illuminante, Cristiano Ronaldo. Già, perché malgrado il suo valore la sua incidenza nei dieci anni spagnoli, non è che il Real Madrid abbia finito di vincere dopo il suo addio. Anzi. è bastato un periodo di assestamento per ripartire. Nell’ultima stagione sono arrivati Champions, scudetto e Supercoppa. Insomma, si può essere dispiaciuti o tristi anche per lo strappo di un fuoriclasse, ma poi bisogna guardare oltre. Magari a Vinicius e Rodrigo, “sostituti” di qualità e in grado di assicurare un futuro luminosissimo.

Ma, per restare in Italia, il tema se lo è posto il Napoli che per un anno si è interrogato prima su Insigne e poi su Koulibaby: il primo avviato a liberarsi a parametro zero, il secondo entrato nel fatidico ultimo anno di contratto. E la preoccupazione viaggiava ovunque: ma come si fa senza Insigne e senza Koulibaly? Il Napoli evidentemente ha invece scelto, invece di farsi trascinare dalla corrente. E con largo anticipo ha puntato su Kvara e su Kim, con due operazioni che sembravano rischiosissime e perdenti rispetto al buco che si era perso. Sappiamo invece come sta andando. Insomma, la morale è una sola. Giusto provare a trattenere i giocatori migliori, ma quando le condizioni – economiche, tecniche o professionali – rischiano di non essere più compatibili, bisogna essere pronti e bravi a immaginare l’alternativa. Il famoso piano B, che invece invochiamo solo come risorsa in campo, pensando che passando da un modulo all’altro si possano risolvere tutti i problemi. Dimenticandoci che il piano B può invece comportare la rinuncia a un giocatore, se nel frattempo è stato individuato il suo miglior (e forse più motivato) sostituto.

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