Zaniolo, il passo del gamberetto

Di tutto fin qui si era visto, ma il gamberetto no. Al gamberetto non era arrivato ancora nessuno. Decenni di bullismo machista non avevano toccato l’acme del trash raggiunto ieri dall’influencer Chiara Nasti, oggi compagna di Mattia Zaccagni, da cui aspetta un bimbo, in passato fidanzata di Nicolò Zaniolo. Intendiamoci, secondo la legge del taglione, l’irrisione celodurista al sesso dell’eterno bambolotto di Mourinho è meritata, eccome. Di fronte al coro intonato dai tifosi della Roma“Il figlio di Zaccagni è di Zaniolo -, il fantasista sfoggiava un sorrisetto ironico sul pullman scoperto della festa giallorossa. Una provocazione che definire volgare è un eufemismo, e che gli scalmanati del web hanno postato, giusto per gettare un po’ di benzina sul fuoco. In risposta a un utente di Instagram, Chiara ha reagito a modo suo: cosa ne penso del coro di Zaniolo? Che con quel gamberetto non si sa come abbia già avuto un bambino, e che siete tutti sfigati e fate schifo.

Pochi giorni prima l’influencer e il suo attuale compagno avevano organizzato un’eccentrica festa all’Olimpico per svelare il sesso del loro primo figlio, insieme con amici e compagni di squadra, con tanto di palloncini azzurri che si libravano nel cielo della Capitale. Si può discutere sul gusto kitsch di un simile annuncio, ma il complice sorriso del suo ex al tormentone violento dei tifosi è qualcosa che va decisamente oltre. E dimostra la cosmica immaturità di un talento che forse non diventerà mai un campione. Almeno fino a quando non comprenderà quale teppismo si celi dietro alle parole scagliate con la forza di un marchio contro una creatura non ancora venuta in vita. Se la ragazza ha pensato, colpita nella sfera intima degli affetti, che l’attacco fosse l’unica legittima difesa possibile, noi l’assolviamo.

Zaniolo sblocca Roma-Feyenoord: che esultanza sotto la curva giallorossa FOTO

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L’assolviamo, è vero, secondo la legge del taglione. Ma sembra che nel calcio non ce ne sia un’altra. Nel deserto educativo che lo abita, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. La rivalità ha ormai il lessico della volgarità, se perfino i campioni dello scudetto sfilano festanti esibendo uno striscione su cui c’è scritto, rivolto all’Inter: “La coppa Italia mettila nel c…”. Per intanto il gamberetto fa un passo avanti e due indietro. Un gol a Tirana, e una fuga dalla Nazionale, dove il compagno Zaccagni dopo Wembley potrebbe prendere la sua maglia. La tempistica del dolore muscolare, che ormai affligge l’attaccante della Roma alla vigilia di troppi appuntamenti che contano, suona come una sveglia inascoltata. C’è nella vita di questo ragazzo tanto dotato, e tuttavia mai cresciuto, qualcosa che non va. C’è nella vita di questi strapagati idoli delle folle qualcosa che non va. Non sono i troppi soldi. Ma la pochissima cultura, educazione, sensibilità. Virtù di cui lo sport è da sempre complice, e il calcio ancora nemico. Perché?

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