Zaniolo e il rebus di domenica: ondata d’affetto o festa d’addio?

La serata organizzata dalla Roma, in occasione dell’amichevole con lo Shakhtar, avrà un significato particolare per Nicolò, corteggiato dal Tottenham ma entusiasta del progetto giallorosso

L’Olimpico è pronto a riempirlo d’amore e a fargli passare, se mai ne avesse davvero voglia, ogni velleità di partenza. Chissà se la serata organizzata domenica dalla Roma sarà il punto finale sulla calda estate di Nicolò Zaniolo o se, invece, fino al primo settembre si muoverà ancora qualcosa. Qualcosa di davvero importante. La corte del Tottenham, da qualche giorno, si è fatta insistente e non va sottovalutata: Antonio Conte è un allenatore che ha carisma e il club inglese ha la disponibilità economica per convincere sia il ragazzo sia la Roma. Perché, e questo è chiaro, Pinto cederà Nicolò solo a fronte di offerte cash e davvero importanti.

Nicolò felice

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In tutto questo discorso di natura economica (alla Roma non dispiacerebbe fare cassa e plusvalenza e Zaniolo vorrebbe un contratto da top player) c’è l’aspetto ambientale. Dentro e fuori Trigoria. All’interno del centro sportivo, con Mourinho e i compagni, Zaniolo è felice, sereno, mai così integrato nel gruppo, completamente coinvolto nel progetto e incuriosito dalla Roma che sta nascendo. È pronto a giocarsi le sue carte, anche se sa che la presenza di Dybala in attacco e di Wijnaldum in mezzo aumenta, e di molto, la concorrenza. Fuori i tifosi stravedono per lui e per questo, domenica sera, è prevedibile un’enorme ondata d’amore nei suoi confronti. Le voci di incontri (a Londra) tra i Friedkin, Pinto e il Tottenham sono all’ordine del giorno, non confermati ma neppure smentiti, come sempre in questi casi. Quel che è certo è che, se Zaniolo non andasse via, a settembre diventerebbe prioritario il rinnovo del contratto che scade nel 2024. Ma, prima di settembre, ci sono ancora tre settimane di calciomercato in cui tutto può accadere. La sensazione è che il cuore dica a Zaniolo e alla Roma di continuare insieme, la ragione li convinca invece a ragionare sull’addio. Chi avrà la meglio? E, soprattutto, i 63mila dell’Olimpico, domenica sera, avranno voce in capitolo?

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