Zamorano: “Lukaku tra i tre top al mondo. Fidatevi di Sanchez. E Conte…”

La nostra intervista allo storico 1+8: “Vidal vecchio? Nel calcio manca l’equilibrio: se fa ancora la differenza, la carta d’identità vale zero”. Su Conte: “Non serve che sia tifoso”

Cinque stagioni all’Inter (dal 1996 al 2001), 150 partite e 41 gol. L’avventura nerazzurra di Ivan Zamorano ha numeri precisi. E grandi ricordi, come la vittoria della Coppa Uefa nel 1998: suo il primo centro nel 3-0 rifilato alla Lazio in finale. L’ex attaccante cileno ha parlato in esclusiva considerando il momento della squadra di Conte, l’infortunio di Vidal, il rendimento di Sanchez, Lautaro e Lukaku e tanto altro. Di seguito, un breve estratto.

Zamorano, un giudizio su questa Inter (anche) cilena.
“Ovviamente l’ho sempre seguita al 100%, è nel mio cuore: da un po’ la seguo anche di più proprio per la presenza di Vidal e Sanchez. Sento spesso entrambi, sono felici e carichi per il rush finale di stagione: peccato solo per l’infortuno di Arturo. Quando tornerà a disposizione il suo contributo, da grande calciatore qual è, non mancherà”.

Nerazzurro a 33 anni: un peccato che sia arrivato così tardi?
“Nel calcio manca l’equilibrio: se ne hai 18-19 sei troppo giovane, a 33-34 sei vecchio e da buttare. Ciò che conta è la qualità: mi riferisco, per esempio, a Buffon che a 43 difende la porta della Juventus. Se Arturo fa la differenza, la carta d’identità vale zero. Il suo contratto scadrà nel 2023, mi auguro di vederlo ancora con i nostri colori”.

L’ha sorpresa Lukaku?
“No, ormai è un top player. Nel mondo, parlando di centravanti puri, solamente Lewandowski e Haaland sono al suo livello”.

Su Conte ha un’idea precisa.
“Interista o meno, non deve importare. Non voglio un allenatore-tifoso, bensì un professionista: uno in grado di valorizzare al meglio la propria rosa. In passato, quanti tecnici hanno fatto la storia in un club, legandosi anche a livello affettivo, e in quello successivo? Antonio è un lavoratore assoluto: ha vinto parecchio alla Juventus ed è un loro simbolo? Non mi interessa. La sua missione è una sola: riportare lo scudetto a Milano”.

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