Il ritorno al gol del serbo non basta ai bianconeri: la squadra di Inzaghi mantiene la testa della classifica
26 novembre 2023 (modifica alle 23:58) – torino
Non bastano le “firme” d’autore di Dusan Vlahovic e Lautaro Martinez per decidere il derby d’Italia. Juventus-Inter finisce 1-1, con i nerazzurri che rimangono davanti in classifica rispetto ai bianconeri e le inseguitrici Napoli e Milan che accorciano il distacco. Come era lecito attendersi, sono gli ospiti a fare la partita, a tenere più il pallone e a creare più pericoli, ma la Signora concede poco, dimostra di saper soffrire e non fa scappare a +5 la diretta concorrente nella lotta per lo scudetto. Ai punti forse Inzaghi avrebbe meritato qualcosa di più, ma Allegri, che nella ripresa resta a secco di conclusioni verso la porta avversaria, tiene comunque botta. Un segnale importante considerando che il tecnico livornese non avrà gli impegni europei e potrà gestire meglio le energie. Il campionato era e resta apertissimo.
PARTITA A SCACCHI
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Allegri sceglie Nicolussi Caviglia davanti alla difesa al posto di un Locatelli non al top, mentre in attacco spazio a Vlahovic e Chiesa. Inzaghi, privo dei difensori Pavard e Bastoni, schiera dietro Darmian, De Vrij e Acerbi oltre agli altri titolarissimi. Solo panchina per Frattesi. Le prime schermaglie sono con un tiro sbilenco di Cambiaso e una punizione insidiosa di Dimarco deviata da Thuram tra le braccia di Szczesny, ma la vera grande occasione iniziale è per Chiesa che da ottima posizione, su tocco di Rabiot, non inquadra lo specchio con il sinistro. La Juventus non sta tutta dietro la linea della palla come a Firenze, ma a volte alza il pressing per dare fastidio a un’Inter che prova a palleggiare senza paura con il regista Calhanoglu e con Barella che si abbassa. La partita è tattica con McKennie che attacca e porta la pressione senza paura, mentre Chiesa si allarga a sinistra per giocare l’uno contro uno. Il primo squillo dell’Inter arriva su colpo di testa di Lautaro, dopo un bel cross di Dumfries, ma poi ci prova anche Calhanoglu, la cui botta di destro termina di poco a lato della porta difesa da Szczesny.
DUSAN E IL TORO
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Con il passare dei minuti i nerazzurri prendono campo e fiducia anche perché Nicolussi Caviglia, pur attento a schermare le linee di passaggio avversarie, non trasmette la sicurezza di Locatelli e l’impostazione dei difensori Gatti, Bremer e Rugani non può essere fluida. A passare in vantaggio però è la Signora: Vlahovic strappa un pallone a centrocampo a Dumfries, lo allarga per Chiesa e va a chiudere in rete con il piatto destro. De Vrij è spiazzato, Sommer fuori causa e l’Inter, per la prima volta alla tredicesima giornata, non segna il gol dell’1-0. Il serbo, a secco dalla doppietta alla Lazio del 16 settembre, esulta in maniera polemica contro i suoi detrattori e li invita con il gesto della mano a continuare a parlare, mentre lo Stadium diventa una bolgia. La reazione nerazzurra è immediata e tipica della grande squadra: l’azione dell’1-1 nasce da Sommer, si sviluppa con Dumfries, poi con Barella che verticalizza per Thuram, cross al centro per Lautaro che firma il tredicesimo gol in campionato in altrettante giornate, il numero 27 in A del suo 2023 (totale nell’anno solare… 35). A parte il francese, tutti toccano il pallone una sola volta e nonostante ciò riescono a coprire tutto il campo perché Rugani sbaglia completamente l’uscita su Barella, Bremer non ferma Thuram e Gatti è in ritardo sul Toro. Per Allegri, che aveva visto la sfida incanalarsi sui binari a lui preferiti, un grande rammarico. L’impostazione della manovra nerazzurra sembra più armoniosa e continua, quella bianconera va a strappi anche perché, dopo il pari, il baricentro di Rabiot e compagni si abbassa. All’intervallo comunque è 1-1 a dispetto di un netto predominio degli ospiti sia nel possesso (67%) sia nelle conclusioni (7-3).
FISCHI PER CUADRADO
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La ripresa inizia con le stesse formazioni e con l’Inter che continua a palleggiare di più, mentre Allegri muove le sue pedine soprattutto per provare la pressione. Thuram, servito da una bella combinazione tra Barella e Mkhitaryan, non trova il piazzato vincente, mentre Vlahovic fatica di più rispetto al numero 9 nerazzurro a ricevere palloni giocabili in zone pericolose del campo. Al quarto d’ora entra Locatelli per Nicolussi Caviglia con l’obiettivo di dare più personalità alla fase d’interdizione in mezzo. Inzaghi risponde dopo una manciata di minuti cambiando entrambi gli esterni: fuori Dumfries e Dimarco, dentro il fischiatissimo Cuadrado e Carlos Augusto. Le occasioni da rete latitano e la partita diventa ancora più tattica, con le due formazioni che hanno paura di scoprirsi. Allegri prova a dare la scossa sostituendo Chiesa e Vlahovic con Milik e Kean, mentre tra gli ospiti dentro Asllani per Calhanoglu, che non gradisce la sostituzione. Solo Cuadrado fa qualcosa per mettersi in mostra, gli altri si accontentano di un pareggio che lascia invariata la classifica e la lotta per il tricolore.
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