Vlahovic-Milik, meglio insieme per la Juve

TORINO – In coppia è meglio. Avanti quindi con Vlahovic e Milik. Con l’Empoli si torna all’antico, ovvero ai protagonisti che più hanno funzionato nell’attacco della Juve in questo travagliato avvio di stagione. Dusan più Arek è la formula che tutto il mondo bianconero si augura possa continuare a essere magica e trascinare la Signora definitivamente fuori dalla crisi. Forse è un caso: appena Milik ha messo piede in campo nel derby, Vlahovic è andato in gol; era passato soltanto un minuto. Coincidenze, certo, ma ci sono altri numeri che confermano perché Massimiliano Allegri ha scelto loro come base del reparto offensivo. Vlahovic e Milik hanno segnato 11 dei 18 gol totali realizzati dalla Juve in tutte le competizioni, il 61 per cento: 7 gol il serbo (6 in campionato e uno in Champions League) e 4 il polacco (3 in serie A e uno in Europa). La parte preponderante del fatturato dell’attacco deriva da loro; gli altri non si sono ancora palesati. Kean è ancora a quota zero reti, dopo aver fallito con il Toro una occasione grande così da due passi ma Moise ha rilanciato ieri sui social: «Essere qualche passo indietro, non significa necessariamente fallire». Invertirà il trend finora deludente? Intanto, tra gli uomini offensivi solo Di Maria e Kostic hanno fatto centro finora; le altre reti sono arrivate da Rabiot (2), McKennie, Bremer e Bonucci. 

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Titolari

In attesa di ritrovare Chiesa e Pogba, che potranno certamente influire sull’aumentare il tasso di pericolosità della Juve e migliorare queste statistiche, e in attesa di pensare magari anche a un tridente pesante, Allegri si affiderà ancora alla coppia di bomber. Già dall’anticipo di domani sera contro l’Empoli, toccherà a loro prendere per mano la Juve. L’ultima volta che hanno giocato titolari insieme, a San Siro con il Milan, non è andata benissimo. Quella contro i rossoneri è stata la notte che ha anticipato il punto più basso del cammino finora, toccato pochi giorni dopo a Haifa. Al momento, Vlahovic e Milik hanno giocato insieme per 444 minuti ma soltanto una volta hanno segnato entrambi: è accaduto nella rotonda vittoria contro il Bologna. Anche contro lo Spezia, nel tabellino compaiono i loro nomi ma prima aveva segnato Dusan e poi Arek, che l’aveva sostituito. 

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Svolta

Adesso si riparte dal gol di Vlahovic nel derby che deve rappresentare necessariamente il primo passo della ripartenza juventina. E non c’è miglior maniera di dimenticare il periodo buio che ritrovando il bomber principe. L’ha cercata e voluta con tutte le sue forze, Dusan, la rete al Toro. Ci ha provato e riprovato, sbattendo per due volte su Milinkovic-Savic; il terzo tentativo è stato quello buono e l’esultanza del serbo spiega come la rete sia stata una sorta di liberazione dopo giorni difficili. «Uniti si vince, il resto sono solo chiacchiere – ha aggiunto sui social – A tutti capita un periodo no ma nelle difficoltà si cresce, si impara di più. Dobbiamo continuare così, rimanere costanti e uniti». Concetti e piglio da leader, quello che ci vuole da chi è stato acquistato per costituire la base della Juve del presente e del futuro. Dall’Empoli alla Lazio, prima della pausa per il Mondiale, ci sono sette tappe per ritrovare il ritmo giusto in Italia e (missione pur ai limiti dell’impossibile) in Europa e servono conferme. Per Vlahovic, come per Milik, l’unico prodotto del mercato, oltre a Bremer, a funzionare a dovere. Arek, accolto senza i fuochi d’artificio di Pogba e Di Maria e anche con una buona dose di scetticismo, è stato addirittura una sorpresa per come si è inserito e per come ha saputo diventare in fretta un fattore a livello di sviluppo di gioco, oltre che di gol decisivi. Per entrambi all’orizzonte c’è il viaggio in Qatar ma prima c’è da rimettere in carreggiata la Juve. In coppia è meglio.

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