Vlahovic illude la Juve, Abraham (su assist di Dybala) pareggia: la Roma è prima

Il serbo porta in vantaggio i suoi con una gran punizione dopo 2 minuti, l’inglese sfrutta un assist dell’ex e firma l’1-1. Esordio per Milik

Dal nostro inviato Giuseppe Nigro

27 agosto – Milano

La Roma a punteggio pieno esce col pari dall’Allianz Stadium dove aveva perso 10 volte su 11, rallenta la marcia ma soprattutto non accende quella della Juventus, a lungo forse alla miglior prestazione stagionale al primo big match ma incapace di capitalizzare oltre l’1-0 segnato al via con Vlahovic e riacciuffata nella ripresa da Abraham. A sette punti con tre gol segnati in tre partite i giallorossi si godono il massimo risultato possibile, il secondo pari di Mourinho in dieci partite contro la Signora. Che nel finale perde la maggiore virtù di questo inizio di stagione, i clean sheet, ma vede un po’ di luce sul piano del gioco.

IL RITORNO DI DYBALA

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Era la partita del ritorno allo Stadium di Paulo Dybala, che in questo stadio ha segnato più di chiunque altro nei suoi sette anni di Juve (con dodici trofei) chiusi in primavera come il nono marcatore bianconero ogni epoca con un finale da telenovela. Chiamato sotto la curva nel riscaldamento, accolto da un boato alla lettura delle formazioni, salutato da applausi misti a fischi al momento dell’uscita al 77’, la Joya ha giocato una partita come tante dei suoi ultimi mesi juventini: lento, periferico, a lungo fuori dalla partita non per l’emozione perché gli arrivano pochi palloni e pochi ne cerca. Però uno che gli capita nella posizione ideale lo capitalizza al meglio, mettendo a venti minuti dalla fine sulla testa di Abraham la palla del pari. L’abbraccio con McKennie e lo scambio di maglia con Vlahovic sono l’immagine finale della sua serata.

LA PIEGA DELLA PARTITA

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La punizione mancina dai 20 metri, conquistata da Cuadrado per un fallo di Matic, con cui Vlahovic infila Rui Patricio all’incrocio dei pali dopo 77 secondi (e rischierà di fare il bis dai 30 metri al 39’) arriva ancora prima che si svelino le mosse di Allegri e Mourinho sullo scacchiere. Pure decisive nella piega che prende la partita, al di là dell’aggressività superiore con cui la Juve si presenta in campo, che insieme al gol immediato manda in confusione da subito i centrali giallorossi nei disimpegni.

LE SORPRESE DI ALLEGRI

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La prima sorpresa di Allegri è ribaltare i centrali: Bremer finalmente sul prediletto centro-destra, Danilo sul centro-sinistra con mestiere a fare di lavoro quello che risolve problemi, ogni volta in una zona di campo diversa. La seconda è Miretti, preferito a Zakaria, McKennie e Rovella, che dalla mediana affollata si alza più di tutti per il primo pressing come l’americano con la Samp, e se proprio non vogliamo chiamarlo 4-5-1 la cosa a cui assomiglia di più è un 4-2-3-1 col 18enne sottopunta (!) con Cuadrado a destra e Kostic a sinistra (ottimo asse proprio con Miretti) a infilarsi alle spalle di Spinazzola e Kardsorp.

ROMA SCOLLEGATA

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Non era atteso neanche Rabiot, prestazione vigorosa, in una posizione più interna rispetto a quella quasi in fascia in cui lo vedeva Allegri per tutto l’anno scorso, oltretutto alla destra di Locatelli. Insieme schermano Dybala e Pellegrini, isolati con Abraham dal resto della Roma, che spinge solo di rado a sinistra con Spinazzola, e che in mezzo non ha gli uomini per rifornirli. Il mestiere di Matic e Cristante sarebbe aggredire il possesso della Juve, che invece fa girare la palla alla larga, costruendo coi difensori e passando per le fasce, così la staticità posizionale dei due mediani romanisti diventa un minus contro il dinamismo con cui Rabiot e Locatelli attaccano lo spazio a velocità doppia.

OCCASIONI PERSE

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Ne nasce così una gara che ai punti dovrebbe finire sul 2-0 al riposo, e la Juve ci va vicina. Un paio di volte con Cuadrado: al 16’ su un recupero di Kostic, con Miretti a condurre il contropiede per scaricare a destra al Panita e gran botta centrale respinta da Rui Patricio, poi al 35’ su una punizione rasoterra ancora del colombiano su cui si allunga l’estremo romanista. In mezzo al 25’ anche un gol annullato a Locatelli, pescato per il siluro dal limite dell’area proprio da uno scarico arrivato da destra da Cuadrado, ma Vlahovic aveva toccato col braccio nel corpo a corpo con Cristante per lanciare il contropiede. Allegri non la prende bene.

CAMBIO DI PASSO

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Con El Sharaawy al posto di Mancini (oltre a Zalewsky per Spinazzola, poi cambierà anche dall’altra parte Karsdorp per Celik) Mourinho ridisegna nella ripresa la Roma attorno a un 4-2-3-1 con cui copre meglio il campo, di cui il primo a beneficiare è Matic meno in difficoltà in mediana e il secondo vantaggio è normalizzare un po’ una Juve meno arrembante. Il gap di aggressività resta, fotografato dalla spinta di Kostic e Cuadrado, da cui però la Juve spreme al massimo un diagonale con cui il colombiano sfiora il secondo palo al 54’. Eppure, interrotta l’emorragia, la partita per i giallorossi resta lì da riaprire se i talenti là davanti si inventano la giocata.

PARI E PATTA

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E va così: al 69’ su corner di Pellegrini dalla sinistra la palla va sul secondo palo dove, con Alex Sandro andato a vuoto, Dybala dalla linea di fondo ricama un assist per Abraham che tutto solo a centro area di testa infila il rientrante ex Szczesny per il primo gol stagionale subito dalla Juve. E un quarto d’ora dopo il polacco ancora incerto in uscita fa correre dei gran brividi ai suoi in una mischia in area in cui a liberare sulla linea di porta è Milik, arrivato venerdì ed entrato al 77’. Finisce così, muovono la classifica entrambe, ma è un risultato che profuma di punto guadagnato dalla Roma e due punti persi dalla Juve.

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