Vlahovic grande ex. Tra lui e la finale c’è Milenkovic “fratello” in viola

Il serbo cerca la prima finale con la Juventus. Tra fantacalcio,fughe di coppia e promesse, che rapporto con Nikola. L’ex allenatore:”Sono come yin e yang”

Il presidente del Real Belgrado alle 21 ha un appuntamento. Nikola Milenkovic un anno fa raccontò della sua squadra di fantacalcio: “Guarda come sono messo male, sono dietro a Dusan!». Dusan ovviamente era Vlahovic, che nella sua vita è stato nell’ordine: a) un compagno di club; b) un amico; c) un fratello; d) un avversario. Vlahovic in questa grande storia di Juventus-Fiorentina è il personaggio principale. Stasera avrà la Juventus appoggiata sopra il 7: tutta sulle sue spalle. Dusan è in città da tre mesi ma è già il leader offensivo della squadra, il simbolo del futuro, un uomo in missione. Nei prossimi 90 minuti, deve conquistare la prima finale della sua vita in bianconero e allo stesso tempo evitare la prima stagione bianconera da zero titoli dal 2011. Non un giochino. Per uno strano incrocio, dovrà fare tutto questo a due passi da uno dei suoi migliori amici.

La colla

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Dusan Vlahovic e Nikola Milenkovic viaggiano in coppia da anni. Valeri Bojinov nel 2017, in un’intervista alla Gazzetta, raccontò: “Ci sono molti giocatori bravi e giovani nel Partizan. Milenkovic, Mihajlovic, Vlahovic. Ma per Milenkovic alla Fiorentina credo manchi solo l’ufficialità”. Aveva ragione e Pantaleo Corvino portò in città anche l’altro grande talento del settore giovanile. Milenkovic, un difensore del 1997, più Vlahovic, un attaccante del 2000. Veljko Paunovic, a lungo allenatore delle giovanili serbe, in stagione sulla panchina del Reading, oggi racconta: “Sono come yin e yang, diversissimi per caratteristiche ma legatissimi, due pilastri del calcio serbo. L’amicizia è la colla che li tiene insieme”.

La promessa

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Paunovic non lo dice ma la Serbia è ai Mondiali anche per una promessa che Vlahovic ha fatto a Milenkovic. Nel 2018 lo vide tornare deluso dal Mondiale russo – Serbia eliminata nel gruppo con Brasile e Svizzera – e assicurò: tra quattro anni, ci torneremo insieme. Fatto. Ecco perché per Vlahovic sarà strano giocare tra Igor e Milenkovic, come faceva in allenamento, e sarà strano essere marcato dal suo ex compagno di camera.

Covid e mercato

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Vlahovic chiama Milenkovic “fratello maggiore” e si capisce, sapendo che Nikola, nei primi mesi di Dusan alla Fiorentina, andava a vederlo giocare in Primavera. Due serbi a Firenze, facevano assieme gli esercizi di coppia in allenamento e si confrontavano in molte scelte di calcio e di vita. Nel 2020, in pieno lockdown, decisero di rispondere alla convocazione della nazionale nonostante il divieto della Asl, che non la prese benissimo. Loro due insieme, nel bene e nel male. Insieme nel passato e chissà, forse nel futuro, considerando che la Juve cerca un giocatore con caratteristiche simili a quelle di Milenkovic.

Due pronostici

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Vlahovic non può dirlo – altrimenti i fiorentini, sai che polemica – ma probabilmente ci spera. All’andata nel riscaldamento ha sfidato tutto il Franchi, che lo fischiava. Dusan fingeva di calciare in porta e si fermava all’improvviso, poi alzava la testa e guardava lo stadio come per dire: “Io non ho paura, e voi?”. In partita, invece, pochi palloni giocabili e duello perso con l’amico Nikola. Per stasera, allora, ha senso fare due pronostici. Il primo: DV7 avrà qualche pallone giocabile in più, anche se la Juve aspetterà volentieri la Fiorentina, forte del vantaggio. Il secondo: in caso di gol, Dusan non sembra il tipo da evitare l’esultanza. Qualche paragone a tema col passato juventino, ovviamente, non manca.

Vietato dormire

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Gonzalo Higuain nel 2016 passò dal Napoli alla Juve e un anno dopo, a dicembre 2017, segnò sul luogo del delitto, al San Paolo. Aveva la mano sinistra fasciata e, dopo il gol, usò la destra prima per esultare con il gesto all’orecchio alla Luca Toni, poi come visiera, per guardare De Laurentiis in tribuna. Alla fine, commentò: “Non l’ho trovato, si sarà nascosto”. Più duro di così, difficile. Molto più polemico lui di altri juventini in gol da ex. Da Vialli, che in bianconero segnò alla Samp e alla Cremonese, a Baggio, che contro la Fiorentina prima rifiutò di calciare, poi segnò un rigore. Fino a Pippo Inzaghi, che timbrò contro Parma e Piacenza. Milenkovic eviterebbe di aggiungere un episodio alla storia ma, per riuscirci, dovrà tenere gli occhi aperti. Parlando della sua adolescenza, ha raccontato di giornate dedicate al calcio dalle 7 alle 20, chiuse addormentandosi in autobus per la stanchezza, con la mamma che lo chiamava per svegliarlo. Questa volta, se chiude gli occhi un attimo in area, lo sveglia l’urlo dello Stadium.

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