Vlahovic contro Lautaro, la meglio gioventù (costosa) che l’Europa ci invidia

Sono giovani e già leader. I top team li vogliono, la serie A se li gode. Anche perché costano quasi 200 milioni in due

Il calciomercato è sempre un buon termometro. E se non vi fidate delle prestazioni, dei gol, degli applausi, delle giocate decisive, allora seguite le grandi squadre, le loro idee, i loro investimenti, riusciti o anche solo tentati. Vlahovic e Lautaro si affrontano domani, martedì 21 settembre: è Serie A, ma sa d’Europa. Poteva essere un Tottenham-Atletico Madrid, sarà Fiorentina-Inter e per l’Italia va bene così. Perché questa è la meglio gioventù, se non fosse persino riduttivo definirli così. Sono il meglio, punto e basta, due attaccanti che valgono oggi insieme 170 milioni di euro ma sono destinati a sfondare quota 100 a testa la prossima estate, al netto di clausole che saranno inserite nei probabili nuovi contratti (leggi Vlahovic): non c’è un altro duello a distanza così in Italia, almeno in questo momento, in termini di valutazione internazionale.

Corteggiamenti

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Qui si parla di 37 gol complessivi nell’anno solare 2021. Il meglio, per restare in tema, deve ancora venire. Lo sa l’Inter, lo sa bene anche Commisso e la sua Fiorentina. Perché altrimenti i due club non avrebbero resistito la scorsa estate a offerte milionarie. Curiosamente – ma fino a un certo punto – i nomi di Lautaro e Vlahovic erano sugli stessi taccuini, anche solo fino a tre settimane fa. Tottenham e Atletico Madrid s’erano messe in testa di prendere uno dei due. Muri su, perché c’è la ragionevole certezza che la parabola dei due sia ancora tremendamente in crescita. Il passaggio immediatamente successivo è allora nei rinnovi dei contratti. Qui Lautaro è più avanti: l’accordo è stato praticamente già raggiunto, manca solo l’annuncio, non ci sarà clausola rescissoria. Il discorso sul serbo è diverso. Commisso vorrebbe chiudere la trattativa prima di ripartire per gli Stati Uniti: Dusan guadagna sotto il milione di euro, si sta ragionando intorno a una cifra di quattro volte superiore, ma con l’inserimento di una clausola da 80 milioni. Due tesori, giù il cappello a chi andò a prenderseli investendo quando in pochi (Lautaro) o nessuno (Vlahovic) potevano immaginare una simile esplosione. È il coraggio delle idee, di chi si impose per strappare l’argentino (anche allora) all’Atletico Madrid. E di chi investì 1,5 milioni per bloccare il serbo e portarlo a Firenze.

Leader

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Dagli occhi del mercato a leader di Inter e Fiorentina, il passo è breve. Pochi minuti di campionato, tre settimane abbondanti ed eccoli, guide non solo offensive di Inzaghi e Italiano. Simone l’ha confessato: “Ora che lo alleno ho capito davvero quanto è forte”. Vincenzo ha accarezzato il suo, di centravanti: “È in una fase di crescita incredibile, gioca da adulto, ha grande personalità”. Non poteva essere altrimenti, per uno venuto su nel mito di Ibrahimovic. Lautaro leader lo è diventato per gradi. È alla quarta stagione in nerazzurro, la sua è stata una crescita costante. Ora fa la primadonna, non è più la spalla del simbolo. In campionato segna un gol ogni 67 minuti: avanti così, sarà facile candidarsi per il titolo di capocannoniere. E sarà facile che sulla strada della gloria personale il Toro possa trovare proprio il serbo. Che coppia sarebbe, averli uno vicino all’altro. Era il pensiero neppure troppo nascosto dei dirigenti dell’Inter, una volta salutato Lukaku. Ma l’obiettivo era troppo ambizioso, per la casse nerazzurre. E per la fermezza della Fiorentina. Domani Dusan sarà un avversario. Anzi, l’avversario. Sarà oro contro oro, sarà la freschezza di un campionato italiano che ha perso tanti campioni ma si sta già godendo quelli di domani. Il futuro è adesso: quante promesse di gol, questo incrocio.

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