Vlahovic con Chiesa: l’idea Juve

A rigor di termini, non hanno segnato in coppia. Uno è entrato e l’altro è uscito e Chiesa è stato in campo giusto il tempo necessario per mettere definitivamente a posto il Friburgo, con quella falciata all’erba dell’angolino. Vlahovic aveva provveduto nel primo tempo, tirando un rigore talmente in faccia al portiere Flekken da coglierlo di sorpresa e fuori equilibrio. Ci si è messa la rabbia, ci si è messo il fato e pure la fortuna, ma insomma quei due hanno segnato nella stessa partita, e da quando sono alla Juventus non era mai accaduto. Non li puoi sovrapporre facilmente. Le generazioni dei calciatori sono brevi e Chiesa precede Vlahovic di un paio d’anni. Significa che quando l’azzurro era già un frutto maturo della Fiorentina il serbo aveva appena cominciato a fiorire. Anche in viola, del resto, erano andati a segno nell’arco della medesima gara giusto tre volte. Alla Juventus, Chiesa è arrivato nell’ottobre del 2020 e Vlahovic nel gennaio del 2022. E hanno cominciato da una parte a scatenarsi e dall’altra a infortunarsi. Sono diventati amici fuori e semplici conoscenti dal punto di vista tecnico. L’alternanza tra loro è pressoché una questione storica, non si limita a un cambio nel finale di una partita. 

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L’idea di Allegri

Ovviamente, le vicende umane cambiano e pure in fretta. Vlahovic è guarito dalla pubalgia e ancora il gol gli si concede di malavoglia. Con quel rigore tirato a caso è tornato a esultare dopo un mese, a parte i casi in cui è stato il Var a farsi gioco di lui. Chiesa è stato peggio, molto peggio, e dopo quasi un anno senza giocare è già parecchio se riesce a mettere in fila due partite. Ma è ancora giovane e si sta rimettendo in sesto. Intanto stanno imparando a conoscersi anche lì dove li avrebbe portati l’istinto di Allegri, se solo la sorte glielo avesse concesso. L’allenatore li voleva schierati a tridente, loro più Di Maria, e invece l’appello ha sempre dato assente ora l’uno ora l’altro e spesso più di uno alla volta. Senza tener conto dell’evaporazione di Pogba, che dell’intero meccanismo avrebbe dovuto essere l’equilibratore. Resta il fatto che d’ora in avanti Vlahovic e Chiesa s’incontreranno sempre più spesso sul terreno di gioco e per prima cosa hanno seminato nella testa del tecnico il germe di un’idea: utilizzarli come coppia domani contro l’Inter, magari subito, magari dopo aver visto come si mette la partita. Ipotesi rafforzata dai dubbi sulle condizioni di Di Maria. Difficile che allegrianamente la Juve vada al Meazza con il tridente dei miraggi, a prescindere da come si alza l’argentino, quindi, dato Vlahovic per sicuro, Chiesa al posto dell’Angel avrebbe un senso tattico.

Roba da Juve

Comunque sia, la Juventus con la crescita della condizione dei due si ritrova con un potenziale offensivo sin qui mai sfruttato al massimo. Sommando la stagione migliore dell’uno e dell’altro si ottiene una coppia da quarantaquattro reti. Cioè una quindicina di gol nel terzo di stagione scarso che avanza. Calcolando anche la voglia che divora entrambi di andare oltre la iella. «Se il fisico me lo permetterà, e per adesso non è così, punto a giocare sempre per ripagare i tifosi», dice Chiesa. «Ho il dovere di aiutare questa squadra più di quanto mi sia riuscito finora», prega sé stesso Vlahovic. Ci stanno con la fede, e questa è roba da Juve. 

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