Vlahovic-Chiesa, torna la coppia scudetto: ecco l’arma della Juve per dare fastidio a Inzaghi

Il gol ritrovato dopo due mesi è nato dall’asse tra i due amici fin qui poco prolifico: dal rendimento dell’attacco titolare dipendono buona parte delle ambizioni della Signora

Giuseppe Nigro

27 novembre 2023 (modifica alle 17:05) – MILANO

Dusan Vlahovic per doti naturali raramente è stato quel centravanti a cui ci si appoggia per fare reparto e far salire la squadra. Federico Chiesa per noti naturali non è quel fantasista rifinitore che ha come prima virtù la capacità di ispirare e mandare in porta i compagni con passaggi visionari. Le loro caratteristiche di partenza, in cui sono fuoriclasse, sono diverse. Potenzialmente fortissimi presi singolarmente, il cruccio di Allegri è chiedere loro un calcio diverso da quello naturalmente nelle loro corde in termini di collaborazione coi compagni e costruzione per la squadra che li renda un moltiplicatore di rendimento per chi hanno intorno. Anche l’uno per l’altro, innanzi tutto l’uno per l’altro. Per questo vedere andare uno in gol su assist dell’altro sembra sempre la scintilla di una chimica che può diventare esplosiva. Come è successo contro l’Inter. 

ANATOMIA DI UN’INTESA

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Minuto 27 del Derby d’Italia, controllo difficoltoso di Dumfries poco fuori il cerchio di centrocampo. Vlahovic in pressione rientra per approfittarne, cercando il contrasto e recuperando palla spalle alla porta. Da lì, e siamo sulla linea di metà campo, con lo specchietto retrovisore o forse col radar, con una girata pesca Chiesa che era in attesa sulla sinistra: con un controllo orientato l’azzurro si proietta subito verso la porta puntando Darmian che prova a contenerne lo strappo. Quando da dietro rinviene velocissimo anche Barella in raddoppio, Chiesa da poco dentro l’area fa passare il pallone nella cruna dell’ago in mezzo ai due con un passaggio tagliato leggermente arretrato su cui si fionda a rimorchio Vlahovic che arriva da dietro e con un piattone destro precisissimo si infila a un pelo dal palo di destra bucando Sommer. Dopo due mesi di digiuno, la coppia del gol bianconera è tornata. 

SULLE DITA DI UNA MANO

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E’ la prima volta quest’anno che Chiesa manda in gol Vlahovic, è la terza da quando sono insieme alla Juve: le altre erano state la scorsa stagione col Nantes in coppa a febbraio e con l’Atalanta in campionato a maggio. Alla prima di campionato a Udine invece era stato Vlahovic a mandare in rete Chiesa. Ma anche alla Fiorentina era successo una sola volta, un non decisivo gol al 90’ in un trascurabilissimo turno di mezzagosto contro il Monza nel 2019. Un fatturato chiaramente inadeguato a due talenti così forti, peraltro a dispetto di un’amicizia solida fuori dal campo che evidentemente non può far considerare scontata anche un’intesa tecnica, almeno nel contesto di questa Juve. Un rendimento che ha dato così ad Allegri in questi mesi le motivazioni per preferire, a uno o a entrambi, Kean o Milik, che hanno talenti diversi ma anche una diversa propensione a ricucire il gioco e ricamare coi compagni. 

A MATURAZIONE

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Il gol della rottura del ghiaccio è arrivato provvidenzialmente, per le quotazioni di Vlahovic, nel giorno in cui Dusan ha ritrovato – e alla vigilia non era scontato – quella maglia da titolare che gli era toccata solo una volta nelle ultime sette partite, dato assolutamente anomalo per l’investimento più grande e giocatore più pagato dell’organico. Una “crisi” di impiego vissuta, seppur con numeri minori, anche da Chiesa a ottobre. Sicuramente un episodio – ma difficilmente casuale – il gol ritrovato sul loro asse ha il senso anche dell’arrivo a maturazione di quello che Allegri chiede a entrambi, con Max a gratificare il serbo definendone la prestazione con un roboante (e per questo poco attendibile) “la sua migliore da quando è alla Juve”, e cercando il compromesso tra la sua idea di calcio e le doti di Chiesa tenendolo davanti ma facendolo partire largo. Dal Derby d’Italia Vlahovic e Chiesa hanno mandato un segnale del loro affiatamento che può mettere il turbo alle ambizioni della Juve: perché sia più attendibile di quelli già entusiasmante di inizio stagione serve ora continuità.

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