Vlahovic, altro che rinascita: non si sblocca, e si fa anche male

Il serbo continua a non fare gol e con la Lazio esce per un pestone. Ma Landucci: “Poco aiutato”

Olimpico fatale. Non solo per Massimiliano Allegri, che influenzato è rimasto a Torino e ha guardato la sua Juventus dalla tv, anche per Marco Landucci che è tornato in panchina in campionato dopo la sconfitta con il Monza. Dicono le statistiche che era dal 2003-04 che la Signora non perdeva in trasferta contro Lazio e Roma nello stesso campionato. Numeri, come quelli che raccontano la stagione di Dusan Vlahovic e che non fanno sorridere: 19 partire in A e 8 centri. Siamo lontani dalle cifre mostre del 2021-22, quando il centravanti serbo, a metà tra Fiorentina e Juventus, sfiorò le 30 reti in tutte le competizioni.

POCO AIUTATO

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L’astinenza di Vlahovic sta diventando una malattia cronica: non segna in campionato da oltre due mesi, ultimo centro il 7 febbraio contro la Salernitana. Da allora DV9 ha trovato la porta una sola volta, in Europa League contro il Friburgo, su rigore. Ieri la sua partita è stata condizionata da una botta al piede presa nel primo tempo, ma non basta per giustificare la pochezza delle ultime partite. Male con il Verona una settimana fa, idem con l’Inter in Coppa Italia. E pensare che nell’ultima trasferta con la nazionale serba aveva realizzato tre gol in due partite. In bianconero invece qualcosa si è inceppato e urge capire il perché, dal momento che aprile sarà un mese impegnativo su tutti i fronti e la squadra ha bisogno di averlo al top. “Gli attaccanti devono trovare un gol – lo ha difeso Landucci -. Dusan ha avuto un’occasione nel secondo tempo prima che uscisse, di testa. Nel primo tempo lo abbiamo aiutato anche poco perché volevamo fare un’altra partita”.

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