Viola appassita, c’è lo Slovan Stasera bisogna rifiorire

La Fiorentina non vince da un mese, dall’1-0 alla Roma del 18 settembre in campionato. Da allora solo pareggi e sconfitte tra serie A e Europa League e una maledetta fatica a far gol. Si sono perse le tracce della squadra dal gioco brillante e veloce che tanto bene aveva fatto nei primi mesi della passata stagione, l’effetto Sousa sembra svanito, e dire che il tecnico portoghese aveva impressionato per le idee introdotte nel nostro calcio e la capacità di adattarsi in fretta al nostro calcio.

Il portoghese Paulo Sousa, allenatore della Fiorentina. Ansa

Il portoghese Paulo Sousa, allenatore della Fiorentina. Ansa

Bella incompiuta — Ma già da gennaio, complice un mercato di riparazione che non aveva soddisfatto il tecnico viola che ha chiesto invano l’acquisto di un difensore, la squadra ha avuto un calo, psicologico più ancora che tecnico. La Fiorentina di oggi è la solita, classica bella incompiuta delle ultime stagioni e della gestione Della Valle in generale: buona ma non ottima, incapace di un salto di qualità che la porti per lo meno a ridosso della zona Champions, obiettivo vagheggiato a ogni inizio stagione e puntualmente fallito da 6 anni a questa parte.

Squadra asfittica — Oggi la Viola è una squadra appena sopra la zona salvezza, reduce da un fischiatissimo 0-0 casalingo con l’Atalanta, con giovani persi nel limbo di una crescita inspiegabilmente interrotta (Bernardeschi) e attaccanti ingobbiti da una fatica improduttiva (Kalinic). A tal proposito, al centro dell’attacco stasera in Europa League contro i cechi dello Slovan tocca a Babacar, un altro che pareva sul punto di spaccare il mondo e che invece fatica a emergere compiutamente. Paulo Sousa fa il suo mestiere e predica tranquillità, ricorrendo all’ovvia considerazione che nel calcio contano i risultati e che “quando arrivi in alto, come è capitato a noi lo scorso anno, il difficile è confermarsi”. Nella tifoseria serpeggia scetticismo, molti hanno sensazione che la versione più bella della sua Fiorentina sia durata troppo poco per essere veritiera, riducendosi così a un fuoco di paglia spentosi in fretta. Al tecnico e ai suoi il compito di invertire una rotta che sta portando la barca alla deriva.

 Gasport 

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