Vidal contro il passato: sarà la svolta per la sua stagione?

Arturo contro la Juve cerca conferme dopo il gol in Coppa Italia. Dall’ascesa in bianconero al ritorno in Italia con Conte, ora il cileno deve tornare a trascinare

Francesco Sessa @FrancescoSessa_

15 gennaio – Milano

“Ne faccio uno, poi ne metto dieci”, parola di Vidal. Uno è arrivato, con il rigore calciato al centro in Coppa Italia che sa di liberazione. Come dimostrano le sue parole all’intervallo contro la Fiorentina: “Avevo tanta voglia di fare un gol. Voglio fare il massimo, essere importante qua e segnare tanti gol”. Per mantenere la promessa fatta su Instagram dopo il pareggio contro la Roma, Arturo ora deve “metterne” dieci. A partire, perché no, dalla Juve, la sua Juve, per rilanciarsi con la maglia dell’Inter dopo un avvio di stagione con più ombre che luci. In bianconero ne ha segnati di gol, a decine: in totale sono 48 in 171 partite. Con anche stagioni in doppia cifra solamente in campionato: 10 al secondo anno (2012-13), addirittura 11 nella stagione successiva. Che fu anche l’ultima con Antonio Conte sulla panchina bianconera: i due si sono ritrovati a Milano con l’obiettivo di togliere lo scettro a quella Juve vincente che insieme hanno contribuito a costruire. L’avventura di Vidal a Torino è stato un turbinio di emozioni, una centrifuga in pieno stile Arturo: ingresso a gamba tesa, trionfi, adrenalina, bravate e addio con l’amaro in bocca. Ma andiamo con ordine.

L’arrivo e l’esordio

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Il nativo di San Joaquin, nella provincia di Santiago, si presenta in Italia nel luglio 2011: circa 10 milioni di euro è la cifra sborsata dalla Juve per un centrocampista che si è messo in mostra al Leverkusen e con la maglia del Cile, ma che ancora deve dimostrare di che pasta è fatto. Ci mette poco: dalla panchina segna all’esordio in Serie A in quel 4-1 al Parma tanto caro ai tifosi juventini, perché si tratta della partita inaugurale dello Stadium. Con Pirlo a illuminare subito la scena dopo l’addio al Milan: il regista forma un centrocampo atomico con Marchisio e Vidal nel 3-5-2 di Conte, partito con il 4-2-4 ma diventato vincente con il nuovo modulo. Il bresciano domenica ritroverà Arturo: uno sulla panchina bianconera e l’altro a battagliare in mezzo al campo con quel nerazzurro che Andrea ha solo accarezzato. Intrecci.

Esplosione

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Vidal diventa titolare inamovibile alla quarta giornata, a Catania, e chiude la prima stagione alla Juve con 7 gol in 35 partite. Uno dei segreti dello scudetto e pedina sempre più importante con il passare dei mesi: l’anno successivo è quello della consacrazione, con anche tre gol in Champions League. E con il primo centro all’Inter, nell’1-3 per i nerazzurri allo Stadium. Doppia cifra di reti in campionato nella seconda stagione come poi nel 2013/14, l’ultimo anno di Conte alla Juve: in quel campionato i gol all’Inter sono addirittura due (uno all’andata e uno al ritorno), le reti in Serie A 11 e quelle in Champions 5, con tanto di tripletta al Copenaghen.

Conte e Vidal

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Nell’estate 2014 si interrompe il rapporto con il tecnico salentino, che saluta dopo tre anni di trionfi in patria. “Se fossimo in guerra, lo vorrei sempre al mio fianco”, una delle frasi più celebri di Conte. Che, come raccontato da Marchisio nel libro “La storia della Juve in 50 ritratti”, ha conosciuto anche il lato più oscuro del cileno. “Un paio di volte è successo che qualche avventura notturna esagerata di Arturo fosse arrivata all’orecchio di Conte. Lui non è il tipo che se la prende direttamente con il colpevole, preferisce arrivarci di rimbalzo: fidando nel fatto che la notte in bianco gli avesse tolto energie, disse che per quel giorno aveva deciso un richiamo di preparazione atletica, e dunque via il pallone perché avremmo dovuto correre molto. Voleva stanare Vidal, capisce? Il problema è che Arturo è fatto di ferro, e dopo un certo numero di chilometri noi boccheggiavamo esausti chiedendo pietà, mentre lui continuava a correre in testa al gruppo chiacchierando come se fosse al bar”.

Con Allegri

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L’arrivo di Allegri cambia la posizione di campo di Vidal: dopo l’inizio con il 3-5-2, in continuità con Conte, il nuovo tecnico passa al 4-3-1-2. Centrocampo stellare: Marchisio, Pirlo e Pogba in mediana, Arturo dietro le punte. Il cileno chiude con 8 gol in 45 partite, di cui una in Champions nei quarti di finale contro il Monaco. La stagione arriva a un passo dall’essere trionfale, ma i sogni di gloria bianconeri si fermano a Berlino contro il Barcellona. In quella che resta l’ultima partita in bianconero di Vidal, che nell’ultimo anno fa parlare di sé anche per gli episodi fuori dal campo. A ottobre, poche ore prima del big match contro la Roma, il centrocampista si rende protagonista di una lite in discoteca all’alba, con anche un leggero ritardo all’allenamento: multa e panchina contro i giallorossi. A inizio 2015 girano voci di una lite con Allegri, smentite dal tecnico. A giugno, in Cile, Vidal distrugge la propria automobile e viene trovato in leggero stato di ubriachezza.

Chiellini e l’addio

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Carattere particolare, quello dell’ex Leverkusen. Come raccontato anche da Chiellini nella sua autobiografia: “Il calciatore non è un diavolo né un santo, la distinzione da fare piuttosto è un’altra, ovvero tra quelli veri e quelli falsi. Uno come Vidal ogni tanto usciva e beveva più del dovuto, lo sanno tutti, si può dire che l’alcol era un po’ il suo punto debole. Mica ci mettiamo a discutere il campione, o la persona, per questo! Le debolezze fanno parte della natura umana, contano le conseguenze che possono avere su un gruppo. Il grande Arturo un paio di volte all’anno non si presentava all’allenamento, oppure arrivava che era ancora piuttosto allegro, diciamo così. Ma non ha mai battuto la fiacca, anzi, penso che a volte certi modi di essere diventino una forza.” L’offerta da 37 milioni più 3 di bonus del Bayern Monaco sancisce l’addio di Vidal alla Juventus. “Voglio augurarvi tutta la fortuna del mondo e vi prometto che vi porterò sempre nel mio cuore. Per sempre uno juventino nell’anima. Arturo”, le sue parole d’addio. La storia ha portato Vidal a diventare nerazzurro insieme a Conte. Domenica un match speciale: i tifosi dell’Inter sperano che la conta verso i dieci gol promessi parta proprio dalla Juve. E che l’epilogo del primo anno sia lo stesso vissuto in bianconero.

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