Vendita Milan: oggi udienza a Milano sul ricorso di Blue Skye contro Elliott

L’ex socio di minoranza del club rossonero ha chiesto di bloccare la cessione del club dal fondo di Singer a RedBird

Come anticipato la scorsa settimana, sarà discusso martedì 13 settembre il ricorso d’urgenza depositato da Blue Skye alla Sezione del Tribunale di Milano specializzata in materia d’impresa. La società lussemburghese, ex socio di minoranza nella gestione del Milan, ha chiesto di bloccare la vendita del club rossonero dal fondo Elliott a RedBird di Gerry Cardinale, il cui closing è stato perfezionato a fine agosto. Blue Skye e la sua controllante Luxembourg Investment Company lamentano di non aver “mai potuto ottenere alcuna informazione su questa vendita, alla quale erano direttamente interessate”. Le società lussemburghesi hanno già avviato analoghi procedimenti in Lussemburgo e a New York: quello di domani a Milano sarà discusso in un’udienza davanti al giudice Angelo Mambriani.

Richiesta di nullità radicale

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Nella causa civile milanese intentata contro il gruppo Elliott – come si legge nell’atto firmato dagli avvocati Maurizio Traverso, Emanuele Breggia e Federico Cerboni – Blue Skye e la sua controllante, che entrarono nel 2017 in Project Redblack (società costituita per l’operazione di investimento nel Milan), contestano una “condotta fraudolenta” ai loro danni nella vendita della società rossonera da Elliott a RedBird. E chiedono nel merito la “nullità radicale ed inefficacia di tutti gli atti” e prima di tutto dell’accordo del 26 maggio scorso “per l’acquisto delle azioni” tra Elliott e il fondo di Cardinale. In particolare, nel ricorso cautelare in discussione domani (una decisione arriverà nei prossimi giorni) le società lussemburghesi chiedono che il giudice adotti un provvedimento d’urgenza per inibire la “esecuzione” degli accordi sulla cessione del Milan.

Opacità

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Secondo Blue Skye, come si legge nel ricorso di oltre 30 pagine, all’esito dell’operazione di vendita “il Gruppo Elliott resterà con importanti interessenze post cessione nel Milan (tra il 30 e il 49%)”, mentre le società lussemburghesi “originarie partner, resteranno socie di una società senza l’unico asset”, ossia il Milan, “e non in grado di fronteggiare il rimborso dei propri debiti”. In più, sempre secondo i legali delle società ricorrenti, la cessione avrebbe caratteristiche di “assoluta opacità” e “contrasta con le norme dell’ordinamento Uefa”, poiché “consentirà al Gruppo Elliott di mantenere, illegittimamente e con rischi assai gravi per il Milan in termini di sanzioni, il controllo e/o la notevole influenza su due squadre iscritte alle competizioni europee”, il club rossonero e il Lilla. La cessione delle azioni del Milan, insistono ancora i legali, “è stata decisa in tempi rapidissimi e senza le usuali cautele per massimizzarne il valore (gara tra vari offerenti, esame del potenziale acquirente)”. E “in modo abnorme e opaco – concludono – in grave violazione di legge, col fine di tenere” Blue Skye e la sua controllante “all’oscuro di tutto”.

Elliott sereno

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Il fondo Elliott, dal canto suo, ha più volte definito tale azione “frivola e vessatoria”, rimarcando la propria correttezza nella procedura che ha portato al passaggio di proprietà del club campione d’Italia.

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