Var, cartellini, falli di mano: ecco come cambiano le regole per l’Europeo

Rosetti detta le linee guida dell’Uefa per gli arbitri di Euro2020: meno Var possibile, più severità su calci piazzati e proteste. E occhio ai tocchi con il braccio

Dal nostro inviato Fabio Licari

5 giugno – BOLOGNA

“Posso accettare l’errore di un arbitro in campo, ma non quello di un Var davanti al video”. Roberto Rosetti, capo degli arbitri Uefa, prende in prestito una frase di Pep Guardiola per spiegare la questione arbitrale all’Europeo. Al centro resta la Var, lo strumento che ha cambiato il calcio come nient’altro prima.

Interpretazioni, video e arbitri

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Di sicuro la Fifa ne chiede un’applicazione più frequente, mentre l’Uefa si compiace di statistiche nei tornei europei secondo le quali c’è una “correzione” di errore ogni 3,25 partite. La speranza è che all’Europeo la frequenza si diradi ancora: vorrebbe dire che gli arbitri hanno visto giusto. Rosetti chiede un uso della Var quando “l’errore è chiaro”. E speriamo che questo — come ripete pure il capo degli arbitri mondiali Collina — chiuda il discorso sull’espressione “clear e obvious mistake” spesso usata secondo convenienza: o è errore oppure non è errore, difficile trovare vie di mezzo. Tenendo conto che la Var non può intervenire sempre: tutto facile se un pallone supera la linea, o un fuorigioco evidente, quindi “fatti”, ma non se c’è uno scontro di gioco sul quale il video spiega poco e bisogna interpretare. E allora non resta che l’arbitro. Decide solo lui.

Italia: solo Orsato. Più tanti Var

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I fischietti europei sono 18 più uno. La novità è lo scambio “culturale” con la Conmebol. Alla Coppa America prestiamo lo spagnolo Gil Manzano, all’Europeo arriva l’argentino Rapallini. Un solo italiano ma tra i big, come Rosetti (finale Euro 2008), Collina (Mondiale 2002) e Rizzoli (Mondiale 2014): Daniele Orsato, con Giallatini e Preti, ha diretto la finale Champions 2020. Con lui Mateu Lahoz (perfetto in City-Chelsea), Kuipers, Cakir e Brych. Tra gli emergenti, Makkelie e Turpin. Sono i teorici big. Poi il torneo darà i suoi voti. Abbiamo quattro Var (Di Bello, Irrati, Meli, Valeri) e un quarto uomo (Massa). Germania, Inghilterra, Spagna, Olanda e Romania hanno due rappresentanti.

Var, un’altra squadra. E c’è la goal-line

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Al Var siederà una seconda squadra arbitrale, con sede fissa a Nyon. Oltre ai quattro in campo, avremo al video un arbitro Var (che si concentra sui “casi”), un Avar (l’assistente che segue il match mentre il primo valuta), un Var per il fuorigioco, un coordinatore e tre tecnici. A Russia 2018 Rosetti e Irrati (con Collina e Busacca) sfiorarono la perfezione. Perché non dovrebbero ripetersi? Nei tornei Uefa ci sono state 139 “correzioni” in 453 partite. Nell’ultima Champions 0,28 casi ogni partita (due anni fa 0,41). Per la decisione, il tempo medio è sotto i 2’ (100 secondi). Nel nome della verità si può fare. Naturalmente c’è la goal-line technology che ha reso antiquariato i “gol fantasma”.

Il “caso”: il fallo di mano

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Se la Var si prende la scena per qualche minuto, sono poi gli arbitri a gestire gli altri 90’. Rosetti ha spiegato le linee guida. Se saranno applicate come chiede il boss, si può presumere un aumento di cartellini gialli e rigori. Il caso più interessante — il più “difficile”, risolto il fuorigioco — è il fallo di mano. L’Ifab ha riscritto la regola per chiarirla: 1) non è mai gol se la palla entra dopo tocco di mano (anche involontario); 2) non è mai gol se la palla entra dopo penultimo tocco di mano (anche se involontario) di chi segna. Invece — la novità del Board — se il tocco di mano precedente (e involontario) è di un compagno, il gol viene convalidato. Per la punibilità del fallo di mano “difendente” serve la volontarietà oppure una posizione delle braccia/mani che rendano “più grande il corpo” in maniera innaturale: se le braccia sono “larghe” come il movimento chiede al corpo, non è fallo.

Simulazioni, stop e proteste

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Il Var darà una mano importante nella gestione dei cartellini: un fallo violento, se sfugge in campo, sarà segnalato da “rosso”. Poi, cari difensori, occhio a trattenute o peggio in area: Rosetti ha spiegato come gli arbitri staranno attentissimi sui calci piazzati. Se uno stopper pensa di sopraffare un attaccante come ai vecchi tempi rischia grosso. Stesso discorso per chi simula: “giallo” in arrivo se l’attaccante è beccato in tuffo carpiato. Ultimo capitolo: le proteste minacciose all’arbitro e il “mucchio selvaggio” tra squadre che litigano. In questi casi la direttiva per l’arbitro è: sventolare un “giallo” come “minimo”. Noi suggeriamo solo più attenzione alle perdite di tempo: ma qui il regolamento parla già di ammonizione, basterebbe applicarlo subito, senza tante moine verbali, un bel “giallo” immediato e vedi come aumenta il tempo effettivo…

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