Uragano Mbappé per un tempo, poi la Juve si riprende: sconfitta con rimpianto

Il primo tempo si chiude col doppio vantaggio francese firmato dall’attaccante, McKennie riapre il match nella ripresa. Occasione del 2-2 nel finale sprecata da Locatelli

Al primo incrocio in Champions League fra Juve e Psg la squadra parigina abbatte un tabù: per la prima volta supera i bianconeri, al nono tentativo nelle competizioni europee. Al Parco dei Principi l’esordio stagionale in Champions finisce 2-1 a favore della squadra di Galtier, dopo una gara a due facce: nel primo tempo i padroni di casa giganteggiano giocando in totale controllo del match sia sul piano del collettivo che delle individualità e chiudono in vantaggio di due reti grazie alla doppietta di uno strepitoso Mbappé; nella ripresa esce invece la Juve, che dimezza il risultato col neo entrato McKennie e mostra importanti segnali di crescita, nella mentalità e nel gioco.

In&Out

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La Juventus già orfana di Szczesny, Chiesa e Pogba perde anche Di Maria, che non è stato convocato perché non ancora pronto dopo l’infortunio muscolare. Perso così il suo faro offensivo, Allegri decide per rimescolare a fondo le carte, optando per la prima volta in stagione per una difesa a tre. Il debuttante Bremer a destra, il rientrante dal 1’ Bonucci in mezzo e Danilo a sinistra ne sono gli interpreti, con Cuadrado e Kostic (l’altro esordiente) a stantuffare sulle fasce e il trio Rabiot-Paredes-Miretti a coprire la retroguardia e dettare i tempi in avanti, dove opera l’inedita coppia Milik-Vlahovic. Galtier, recuperato Vitinha, opta per il consueto 3-4-1-2, con Messi dietro a Neymar e Mbappé. Il trio delle meraviglie incanta, col francese imprendibile per chiunque, per velocità di testa e di gambe.

Doppio vantaggio Psg

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La Juve parte in pressing alto, ma la coppia Neymar-Mbappé ne spegne gli ardori già dopo 5’: il brasiliano inventa un pallonetto millimetrico, il francese trafigge Perin con un violento destro al volo, in area. Il vantaggio non frena il Psg, che spinge alla ricerca del raddoppio, con Hakimi e Nuno Mendes attaccanti aggiunti sulle fasce, e obbliga i bianconeri a rinculare pericolosamente. La Juve si compatta e chiude gli spazi ma non riesce ad alleggerire la pressione parigina innescando azioni di rimessa. E quand’anche mette fuori la testa, l’area avversaria è meta troppo lontana per essere raggiunta. Tranne in un’occasione: al 19’ un colpo di testa di Milik chiama Donnarumma a battere un colpo, con Kostic che non trova poi lo specchio della porta. Resterà l’unico segnale di vita offensiva bianconera nell’arco dei primi 45’. Inevitabilmente arriva il raddoppio parigino: stavolta è una triangolazione velocissima con Hakimi ad armare il sinistro di Mbappé, che trafigge di nuovo Perin, al 22’. Poi il Psg addormenta il match, abbassando ritmo e volume di gioco, senza che la Juve riesca ad invertire il trend.

Nella ripresa Juve trasformata

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Nella ripresa McKennie prende il posto di Miretti, alla sua prima gara in Europa dal 1’ nonché il più giovane bianconero schierato dalla Juve in Champions/Coppa Campioni dopo Pioli, e la mossa si rivela vincente: già i primi battiti della gara vedono una Juve più reattiva e vigorosa, e al 53’ il texano trova di testa il gol del 2-1, complice un’uscita a vuoto di Donnarumma. Ora la gara è aperta e combattuta, con una Juve trasformata rispetto ai primi 45’. La rete le ha dato fiducia, il gioco appare più fluido e la testa più sgombra. In sintesi, la squadra si è sbloccata, ritrovando spirito e gioco senza palla. Tanto che al 55’ sfiora il pareggio, con Donnarumma che respinge un colpo di testa ravvicinato di Vlahovic. Mbappé, Messi e Neymar (gran parata di Perin nel finale) non lasciano tranquilli i bianconeri, ma la Juve ora non si ferma ad aspettare la prima mossa altrui. Locatelli rileva Milik, il Psg alterna possesso palla a folate in contropiede, ma non è più la squadra dominante del primo tempo. La squadra di Allegri gioca anche senza palla, ha idee e personalità, evita di abbassarsi troppo ed arriva dalle parti dell’area francese con buona continuità. Il gol del pari sembra alla portata, tantalico. Locatelli lo sfiora, il match finisce, ma la Juve almeno per un tempo c’è, e da qui dovrà ripartire.

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