Una Juve in bilico: incognite e certezze. Allegri, pensaci tu

Primo settembre: mercato chiuso, allenamenti ripresi (per quanto a ranghi ridottissimi). Si potrebbe quasi dire che la stagione della Juventus inzia adesso, non fosse che la parentesi delle prime due giornate di campionato pesa eccome, e pesano i cinque punti di distacco accumulanti da Lazio, Inter, Milan, Roma e Napoli. Ecco, quello che inzia adesso è l’inseguimento bianconero, e assieme all’inseguimento il percorso di una squadra che ora è definita e almeno fino a gennaio non cambierà più. O almeno non cambieranno gli uomini che la compongono.

LE CERTEZZE – La precisazione è d’obbligo perché la squadra invece potrà cambiare eccome, anzi: deve cambiare rispetto a quanto visto con Udinese e soprattutto Empoli (perché il pari della Dacia Arena, tra i due regali di Szczesny, i due pali colpiti e il gol annullato per centimetri a CR7, è dovuto molto anche al caso). Potrà cambiare grazie al lavoro di Massimiliano Allegri, la più grande certezza di questa annata bianconera: alle spalle una serie lunghissima di stagioni chiuse centrando gli obiettivi, dalla promozione del Sassuolo in B nel 2007-08 in poi, frutto di una capacità eccezionale di cucire l’abito giusto su qualsiasi gruppo di giocatori. Un lavoro di sartoria che il tecnico bianconero ha dovuto ricominciare da capo una settimana fa, perché le misure della Juventus sono cambiate: ha perso i 30 gol di Cristiano Ronaldo e se Allegri è la più grande certezza, questa è la più grande incognita della stagione bianconera. Cancellare il fattore CR7 dalla testa di giocatori abituati a entrare in campo in vantaggio “due terzi di gol” a zero (0,75 reti a partita la media del fuoriclasse portoghese) non sarà semplice, né lo sarà colmare il vuoto di quei gol. Tanto più che il mercato non ha portato un bomber da venti reti a campionato garantite o quasi, come avrebbe potuto essere Icardi.

LE INCOGNITE – Oltre all’assenza di un uomo gol su cui scommettere a occhi chiusi, ci sono altre due incognite nella rosa e nel rendimento bianconeri di questo inizio di stagione. La prima sono i gol subiti: tre in due partite, nove in sei contando anche le amichevoli. Troppi, e Allegri lo ha già sottolineato, e per giunta dopo due stagioni in cui la Juventus ha avuto lo stesso problema. L’altra incognita riguarda il centrocampo, dove a mancare non è tanto un regista puro, un play: si può giocare anche senza (non era un play puro Marchisio, centrale nella prima Juventus post Pirlo, non lo era ancoraPjanic nella squadra che con lui e Khedira in coppia sfiorò il triplete nel 2016-17). Con l’innesto di Locatelli le capacità di costruzione del reparto sono adeguate. Quel che può mancare è piuttosto un leader di personalità ed esperienza che guidi i compagni: ma tra tanti giovani eppure già con buona esperienza, può emergere. O, meglio ancora, potrebbero emergere.

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