“Un uomo in mezzo ai bambini”. Gli inizi di Tonali: quando Sandro era Maradona…

Così lo chiamava il dirigente dei pulcini della Lombardia Uno, dove Sandro ha mosso i primi passi. “Un fenomeno, giocava già come un adulto”, lo descrivono a Sportweek allenatore e compagni dell’epoca. E ora sperano di vederlo, in futuro, con la fascia al braccio

Mamma, quel signore mi chiama Maradona! Sorpreso ed euforico, il piccolo Sandro corre a dare la lieta novella alla signora Maria, seduta dietro alla recinzione che delimita il terreno di gioco dove suo figlio dispensa meraviglie col pallone due volte a settimana. Tredici anni dopo, a Luciano Esposito, colui che in quel bambino vedeva le stimmate di Diego, solo al ricordo brilla lo sguardo. E viene il dubbio che il luccichio all’angolo dei suoi occhi non sia causato dai riflessi del bel sole autunnale che inonda i campi da calcio della Lombardia Uno, nel quartiere Barona di Milano, dove Sandro Tonali ha mosso i primi passi per diventare “questo” Sandro Tonali, il tuttocampista che, dopo una stagione di sofferente apprendistato al Milan, ora imposta e difende, taglia (il gioco avversario) e cuce (quello della sua squadra), brillando per intensità e lucidità. Qui alla Lombardia Uno, scuola calcio e centro tecnico (“Una qualifica in più, che condividiamo solo con i centri di Cimiano e Aldini”, spiega il presidente Davide Gatti) affiliato al Milan, tutti coloro che lo hanno maneggiato erano sicuri che quel gioiellino ancora da levigare e lucidare sarebbe diventato ciò che è oggi: un calciatore fatto e finito.

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