“Un giorno allenerò la Roma, Mou non ha bisogno di me. Totti meritava una vera chance”

L’ex giallorosso parla a Sportweek del suo rapporto con il club in cui è cresciuto, dell’arrivo dello Special One e del futuro di… Totti

Daniele De Rossi nella lunga intervista rilasciata ad Andrea Di Caro per Sportweek oggi in edicola con la Gazzetta spiega le motivazioni che lo hanno spinto a lasciare il gruppo azzurro, racconta la grande cavalcata all’Europeo, i suoi progetti futuri e le sue idee di gestione del gruppo quando avrà una squadra tutta sua da allenare, le polemiche con gli inglesi che ritiene inopportune, il rapporto con la Roma, le previsioni sul prossimo campionato, ma anche il Covid che lo ha colpito e tanto altro. Negli stralci che seguono il suo amore per il club del cuore, la Roma, l’arrivo di Mourinho e il futuro di… Totti.

Quanto mi dai se non ti chiedo anch’io quanto ti piacerebbe allenare la Roma?

“Nulla, perché ti rispondo senza problemi… Tutti sanno cosa è stata e sarà sempre la Roma per me: una seconda pelle, un amore appassionato e puro. Certo che mi piacerebbe allenarla, quando sarò pronto e me lo sarò guadagnato per il mio valore da tecnico e non per il mio passato da calciatore. Credo che accadrà un giorno. Ma è un desiderio, non un’ossessione. Ora voglio fare le mie esperienze in Italia o all’estero”.

I tifosi ti avrebbero voluto come vice Mourinho.

“Due minuti dopo l’annuncio del suo arrivo, il mio telefono è stato invaso di messaggi: ‘Sarai tu il vice…’. Era il desiderio della gente, per la quale io sono come un fratello. Ma a chiunque sostiene che Mourinho potesse avere bisogno di me consiglio di andare su Wikipedia e vedere tutto quello che ha vinto. Ecco, vi assicuro che l’ha vinto senza di me…”.

Cosa potrà dare lo Special One alla Roma?

“Ancora prima di arrivare aveva già dato tanto. Aspettative, sogno, entusiasmo. Quello di cui si ciba ogni tifoso. Dopo l’addio di Totti e il mio, trovare una nuova identificazione era una necessità forte del tifoso della Roma”.

La gente sognava anche il ritorno di Totti.

“Mi sembra sereno e soddisfatto del suo nuovo ruolo di agente, che gli permette anche di godersi la famiglia. Ma spero anch’io di rivederlo un giorno nella Roma. Invece di ripetere che non era pronto, che avrebbe dovuto studiare, io credo che Francesco avrebbe meritato una vera chance come dirigente, perché lui sa tanto di calcio. Non essere valorizzato e considerato lo aveva spento e deluso. Mi faceva male vederlo così”.

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